Questa domenica un pensiero ai giovani e alla loro maturazione

Ritratto di Angelo Sciortino

14 Gennaio 2018, 00:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Vicende come quella di Avola, che ha visto un insegnante mandato all'ospedale con una costola rotta dai genitori di un alunno di dodici anni, mi costringono a tornare ancora una volta sulla cattiva scuola generata dalla buona scuola voluta da questa classe politica. Una buona scuola, che non tiene conto che un bambino, che viene istruito solo dalla scuola, è un bambino ignorante. E non vedo quale altra istruzione egli potrà mai ricevere da una famiglia come quella del bambino di Avola. Se è vero, infatti, che una sola conversazione con un uomo saggio è meglio di dieci anni di studio, non vedo alcuna saggezza in genitori, che ormai considerano i docenti come nemici. Anzi, ho il timore che ai ragazzi di oggi mancherà un ambiente favorevole alla loro crescita culturale. E non soltanto per l'assenza di severità.

Se la scuola fosse più efficace, la televisione non sarebbe tanto potente, perché essa, la scuola, non produrrebbe una vasta popolazione in grado di leggere, ma incapace di distinguere ciò che vale la pena leggere. Invece, che cosa fanno da alcuni anni i cosiddetti ministri della pubblica istruzione? Emanano programmi scolastici distruttori della cultura e della maturazione dei giovani. Programmi, che farebbero inorridire un corpo docente ormai in via di estinzione; programmi tesi, per esempio, all'uso dei tablet nelle scuole, come se si potessero fare ricerche in rete privi di un sapere di base, oppure tesi a far apprendere le lingue straniere invece di preoccuparsi che i giovani abbiano qualcosa da dire invece di imparare a dirlo in inglese, in tedesco, in arabo e persino in serbo-croato.

Diceva Platone, che d'insegnamento ne capiva un po' di più della Fedeli e dei suoi burocrati, che “l'esercizio fisico, anche quando è obbligatorio, non fa male al corpo; ma la conoscenza ottenuta per obbligo non rimane nella mente.” Così facendo, la scuola non garantisce più libertà di pensiero e d'espressione, finendo con il distruggere la democrazia, che di tale libertà si nutre.

E dopo aver perpetrato questo danno alla mente dei nostri giovani, per essere certi di essere riusciti a istupidirli, li obbligano a sottoporsi a un esame, in cui si pretende da essi di essere come un pesce, che si giudica dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, facendogli credere di essere stupido.

Per concludere, con una simile scuola e con i genitori che si ritrovano, che fine faranno i giovani?