Arroganza e supponenza nemiche della buona politica

Ritratto di Angelo Sciortino

10 Gennaio 2018, 20:01 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Andrew Carnegie, il re dell’acciaio, ha voluto che sulla sua tomba fosse scritto: “Qui giace un uomo che non sapeva fare nulla. Ma sapeva circondarsi di persone che sapevano fare”. Una semplice lezione sulla leadership, che ogni politico dovrebbe studiare attentamente, prima di combinare pasticci.

Da un po’ di tempo si fa un gran parlare dell’importanza della competenza nell’attività politica. Una vera e propria scoperta dell’acqua calda che, però, viene assunta da molti politici e commentatori come un geniale fattore di rinnovamento. Ma la migliore politica, nella sua accezione generale, non è fatta da specialisti, bensì da uomini che, come Carnegie, sanno valutare altri uomini, ossia, appunto, gli specialisti, e sanno determinare le decisioni coordinando le loro competenze. In tutto questo si gioca l’efficacia e l’efficienza non solo di una azienda, ma anche quella del Governo statale e persino quella di una istituzione pubblica come il comune.

Sorge spontanea una domanda: da quanti anni a Cefalù la politica è stata incapace di valutare gli uomini e di coordinarne le competenze? E sì, perché non mi sembra che da un decennio la politica locale abbia saputo valutare gli uomini, scegliendo gli assessori secondo le loro competenze e altrettanto facendo con i dirigenti della burocrazia comunale. Da un decennio, ma con il peggioramento di anno in anno, fino a giungere all'attuale inefficienza amministrativa.

È giocoforza che così facendo cresca l'arroganza e la supponenza di chi detiene il potere. In forza di tali “qualità” egli, il detentore del potere, non accetta critiche né il confronto con altre opinioni, al punto di presentarsi alla radio senza interlocutori, come faceva Mussolini nel vituperato Ventennio. E come Mussolini ama circondarsi di uomini così piccoli da non fargli ombra.