9 Novembre 2017, 15:32 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
La grande astensione nelle ultime elezioni regionali (ha votato poco più di un siciliano su due) la si deve al fatto che, secondo me, gli astenuti hanno fatto il seguente ragionamento: siccome la politica è una faccenda sporca, noi risolviamo il problema lavandocene le mani. Proprio come fece Pilato. E come accadde con Pilato, anche la nostra Sicilia potrebbe fare la fine di Gesù: essere ancora crocifissa!
Quel siciliano su due non si è lasciato convincere dalle parole e dagli impegni di tutti gli schieramenti. Essi hanno visto nei candidati una sorta di lavavetri. Per essi la politica è un po' come lavare finestre. Non importa da quale parte sei, lo sporco è sempre dall'altra parte. E i candidati ne hanno dato dimostrazione con le accuse inviperite contro gli impresentabili, appiccicati di là dal vetro.
Eppure, spesso le scelte di questo elettorato mi meravigliano. Come per miracolo aumenta l'affluenza alle urne e alla fine risultano eletti i meno meritevoli. È come se i politici, come le prostitute, fossero disprezzati. Ma chi non corre da loro, quando ha bisogno dei loro servigi? Non si accorgono, questi elettori, che loro, ancor più dei politici, sono come le prostitute e come tali sono da disprezzare.
Il problema è più che grave e i suoi effetti potrebbero essere letali per la sopravvivenza della nostra civiltà, ma nessuno sembra accorgersene. Ammetto, come diceva D'Alembert, che se “la guerra è l'arte di distruggere gli uomini, la politica è l'arte d'ingannarli”. La politica, però, riesce a ingannare coloro che sono incapaci di giudicare con il cervello, ma soltanto con la pancia. Se così accadesse, la promessa del ponte sullo Stretto o di un investimento miliardario rimarrebbero una prova della pochezza di chi chiede il voto, perché in un'Italia – e ancor più in una Sicilia – che va male e ogni giorno diventa più povera simili promesse non possono essere mantenute. E quando alcuni di tali politici si appellano all'onestà, dovrebbero guardare a oltre due millenni di storia umana per capire che non si fa politica con la morale, anche se se ne fa ancora meno senza. Il punto è che serve sì l'onestà (e come se serve!), ma ancor più serve l'intelligenza dei problemi di una società, che sola può garantire scelte di soluzioni adatte, diversamente da come accade da vent'anni in Sicilia.
L'unica opinione, che a me deriva da queste riflessioni, è che i politici attuali sono sì responsabili, ma lo sono ancor più i cittadini che li scelgono o che non li combattono.
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