Il Sindaco indagato: alcune amare riflessioni

Ritratto di Angelo Sciortino

6 Ottobre 2017, 19:32 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Non a caso la foto rappresenta sia il Sindaco con la fascia e sia la Casa Comunale. Essa sta a indicare che la decisione del GIP colpisce non soltanto la persona del Sindaco, ma anche la nostra Istituzione, della quale egli è il rappresentante. In questo senso non posso non dirmi amareggiato più dello stesso Sindaco.

Sono tante le riflessioni, che mi si affastellano nella mente. Considerato colpevole di uno degli stessi reati – l'uso dell'automobile comunale per fini personali – il sindaco di Termini Imerese Burrafato si dimise e oggi un nuovo sindaco regge l'Amministrazione termitana. Il nostro, invece, non ha dichiarato le sue dimissioni, lasciando come una macchia sulla sua fascia. Vero è che non c'è ancora una sentenza definitiva di colpevolezza, ma è ancor più vero che la decisione del GIP lascia sospetti, che rendono meno credibile il Sindaco in quanto rappresentante della Istituzione comunale.

Tra i sospetti è legittimo annoverare quello che quell'obbligo di firma quotidiano indica forse l'esistenza di ben altre indagini, che forse verranno fuori quando esse saranno completate. Stando così le cose, risulta difficile mostrare comprensione per il nostro Sindaco, che con il suo attaccamento alla carica mostra di non avere rispetto per i cittadini.

Nonostante tale suo comportamento poco rispettoso per i suoi cittadini, auguro al Sindaco di dimostrare la sua estraneità a qualsivoglia reato e che non sia vero il proverbio degli antichi Greci: quando un dio vuole punire un uomo, prima lo fa salire in alto, in modo che sia più rovinosa la sua caduta.

Commenti

Caro Angelo,
sono del tutto convinto che il nostro Sindaco sia estraneo agli addebiti. Purtroppo, oggigiorno, un amministratore è esposto a rischi, anche a causa di equivoci o agguati tesi dagli avversari politici. Ma tutto si può dire di Saro Lapunzina, tranne che sia un disonesto e questo l'ha dimostrato nella sua già lunga carriera politica. Comunque, tutti siamo innocenti fino a sentenza definitiva.

Tre settimane di silenzio mi impongono una brevissima riflessione.
Fermo restando la presunzione di innocenza della quale, a differenza di altri, sono convinto sostenitore, ritengo doveroso condividere una banale riflessione.
Ogni cittadino ha diritto di difendersi mantenendo il riserbo sulle proprie scelte. L'Amministratore pubblico, però, se sceglie di continuare il suo mandato, malgrado sia stato oggetto di provvedimenti restrittivi della propria libertà personale, penso abbia il dovere morale di rendere pubblico l'esatto contenuto delle contestazioni che gli sono state mosse e l'esatto contenuto delle dichiarazioni a sua discolpa.
Nello specifico da un Sindaco sottoposto a misura cautelare, che ha inteso continuare nel suo mandato, avrei voluto conoscere:
1) L'esatto contenuto della richiesta del P.M. di applicazione di misura cautelare;
2) L'esatto contenuto dell'ordinanza del G.I.P. di applicazione della misura cautelare;
3) L'esatto contenuto delle dichiarazioni rese dal Sindaco a propria discolpa in sede di interrogatorio di garanzia;
4) L'esatto contenuto del ricorso per il Riesame, se proposto, o in alternativa, i motivi per cui detto ricorso non é stato proposto.

Francesco Riggio