Una toppa non è un ricamo fiorentino

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Settembre 2017, 20:54 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ricamo fiorentino

 

Comincio a chiarire subito che bisogna definire, specialmente in politica, le cose con il loro nome, se non si vogliono trarre in inganno i cittadini. Una toppa è una toppa e non un ricamo fiorentino, come spesso vuol farci credere qualche amministratore nei suoi comunicati. Ancora peggio quando tali comunicati nascono da oniriche interpretazioni, che puntualmente al risveglio si presentano per quel che in realtà sono: incubi.

L'elenco sarebbe troppo lungo, per cui, al fine di risparmiare tempo, faccio appello alla memoria dei lettori, affinché ricordino da sé quelle che per ragioni di spazio tralascerò, riferendomi soltanto a quelle più clamorose.

Fra le toppe più clamorose vi sono quelle riguardanti la gestione idrica e il relativo potabilizzatore. Quell'acqua di Prissuliana non può essere distribuita per usi umani in generale e men che meno per essere bevuta, se prima non è stata potabilizzata correttamente. Quindi la toppa del cloro, che uccide i batteri in essa contenuti, non è un ricamo fiorentino, ma è e resta una toppa, anche malfatta.

E che cosa dire dei tanti permessi concessi, poi ritirati e infine imposti con sentenze costose? Anche in questi casi soltanto toppe malfatte!

È vero, i comunicati dell'Amministratore usano termini tali, da renderlo eroico nella difesa del diritto dei cittadini. Egli giudica come se non ci fossero state sentenze, che quelle argomentazioni pseudo-giuridiche e pseudo-logiche hanno dichiarato inaccettabili sotto ogni profilo.

Tali comunicati non sono quindi ricami fiorentini, ma bugie. C'è però un tempo per le bugie e c'è quello per la verità. Questo tempo per la verità forse ritarda, ma non credo che i cittadini debbano ancora non pretenderlo. Essi e solo essi possono imporlo, non bevendosi come ricami quelli che sono soltanto toppe malfatte, per le quali pagano e ancora pagheranno un altissimo prezzo non solo in denaro, ma anche in un futuro meno civile e meno dignitoso.

Rammentino, i cittadini, la storia di Cefalù e i tanti retaggi lasciati dagli uomini illustri, che ne fecero un punto di riferimento culturale e politico, che non possiamo permettere a nessuno di continuare a distruggerlo, mentre ce ne restiamo inerti e indifferenti, come se tutto ciò non riguardasse noi personalmente e i nostri discendenti.