Il travaglio politico che precedette la realizzazione del potabilizzatore

Ritratto di Saro Di Paola

3 Settembre 2017, 08:00 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Quella che segue è la prima pagina de "Il Corriere delle Madonie" del settembre del 1998.

È una pagina, che, il 16 marzo del 2016 su questo blog, ho, già, proposto:  "Per chi se ne fosse scordato" (https://www.qualecefalu.it/node/18969).

Una pagina da conoscere per non cicalare a vanvera.
La ripropongo per quanti altri non l'hanno mai letta e, per non averla letta, sconoscono il travaglio politico che, negli anni 90, a cavallo tra la sindacatura La Grua e la prima sindacatura Vicari, precedette la realizzazione del potabilizzatore dell'acqua di Presidiana.

Un'acqua, la cui utilizzazione, già negli anni 90, era stata ritenuta senza alternative.
Un'acqua, che AMAP cominciò ad attingere per Palermo prima che il Comune cominciasse ad attingerla per Cefalù.
Un’acqua, che AMAP avrebbe dovuto potabilizzare sfruttando un apposito finanziamento del Ministero dell’Ambiente per un impianto, che aveva localizzato e progettato a Presidiana, davanti al ristorante “La Tavernetta”, laddove ha ubicato il suo impianto di sollevamento. 
Un potabilizzatore, che avrebbe fornito acqua potabile, anche, al Comune di Cefalù e che la politica di Cefalù non volle venisse realizzato a Presidiana.
Un potabilizzatore, che AMAP aveva chiesto di spostare a Torretonda e che, per l’incompatibilità dei tempi decisionali della politica cefaludese con le scadenze fissate dal Ministero dell’Ambiente, AMAP decise di spostare all’interno del complesso acquedottistico dell’area industriale di Termini Imerese, che l’ASI le aveva messo a disposizione.
Un potabilizzatore, che AMAP, così scrisse,  avrebbe realizzato “a breve” e che, ancora nel 2017, AMAP non ha realizzato.

Ripropongo la pagina de “Il Corriere delle Madonie”, oggi, che il potabilizzatore, finito il periodo di un mese nel quale il gestore lo ha tenuto in stand-by, cioè pronto a ripartire se il Comune gli avesse corrisposto 500.000 euro, (https://www.qualecefalu.it/node/21091), pare  destinato alla definitiva chiusura.
Una chiusura che il Comune pagherà a caro prezzo.
Provvisoria o definitiva che finirà per essere.
Una chiusura definitiva, che spingerebbe Cefalù verso l’Africa, allontanandola dall’Europa.
Per usare la stessa espressione che, nel 1998, gli oppositori della Vicari usarono per screditarla: dopo un anno dall’inizio della sua prima sindacatura, aveva fatto "perdere a Cefalù la possibilità di avere l’acqua potabile".

               

Nella foto che segue l’area di proprietà comunale in contrada Santa Barbara, 

nella quale è stato realizzato il potabilizzatore, nonostante le denunce degli oppositori della Vicari, che lo avrebbero voluto a Torretonda, perché la contrada Santa Barbara era a rischio idrogeologico.
Quegli oppositori non si rendevano, neanche, conto del maggiore costo, che, con l’impianto a Torretonda, avrebbe avuto la potabilizzazione.
Infatti, ai costi per la realizzazione e la manutenzione della condotta di adduzione a Torretonda dell’acqua greggia di Presidiana e di quella di ritorno dell’acqua potabilizzata da Torretonda a Santa Barbara, si sarebbe aggiunto il costo energetico per il pompaggio da Torretonda a Santa Barbara dell’acqua potabilizzata.
                                  

Saro Di Paola, 3 settembre 2017