11 Agosto 2017, 21:27 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ieri i Carabinieri mi hanno notificato una denuncia querela del sindaco Lapunzina per il mio intervento sul pericolo che corriamo di contrarre il colera a causa dell'acqua inquinata da coliformi. Non provvedendo prima, però, alle analisi dell'acqua, che avrebbero dovuto dimostrare o il mio errore o le mie ragioni di lanciare l'allarme, egli ha considerato un non problema la salute dei cittadini. La sola sua preoccupazione è stata quella di dichiarare che invece era “tutto a posto”, almeno per la parte che riguardava lui personalmente nella qualità di Ufficiale del Governo come garante della sanità pubblica.
A lui ripeto che non c'è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che si può regolare sulla libertà della mia mente. E neppure nessuna denunzia, se la mia ragione e la mia coscienza mi dicono d'essere nel giusto.
Sembra che non sia d'accordo il Sindaco, che mi ha segnalato ai Carabinieri per “procurato allarme” in seguito al mio intervento.
Mi ricorda, un simile comportamento, quello stigmatizzato da Pericle nel famoso discorso agli Ateniesi dopo il primo anno della Guerra del Peloponneso: “Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma idiota; e benché in pochi siano in grado di dare vita a una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.” Nell'Antica Grecia, quindi, il termine “idiota” aveva un significato ben diverso da quello assunto ai nostri giorni: non indicava un uomo privo d'intelligenza, ma quello d'un uomo, che non s'interessava del bene pubblico. Un termine che, in questo senso, può applicarsi al Sindaco. Al quale bisognerà ricordare anche Cicerone, quando dice: “Non verbum pro verbo reddere, sed genus omne verborum vimque servare”. Se non si fa così, le nostre saranno soltanto chiacchiere inutili e persino dannose.
Per attenerci a tale insegnamento di Cicerone, non serve dire a parole che si vogliono rassicurare i cittadini, ma bisogna attenersi alla norma prima scientifica e poi anche normativa: perché un’acqua possa definirsi potabile deve presentare valori nulli di coliformi totali, fecali e streptococchi fecali (D.P.R. 236/88). E qui si pone il primo problema. L'acqua di Prissuliana non potabilizzata non presenta valori nulli, come dimostrano le analisi, che ho consegnate all'Autorità Giudiziaria. Pertanto, immettere acqua non potabilizzata nella condotta idrica cittadina può sicuramente comportare infezioni. Spero che le Autorità preposte, alcune chiamate in causa dallo stesso Sindaco con la sua denuncia querela, provvedano a disporre ulteriori analisi e, nel caso di presenza di coliformi, diano vita a tutte quelle azioni, che possano tutelare la salute dei cittadini, visto che non lo fa il Sindaco nella sua qualità di Ufficiale del Governo per la garanzia locale dell'igiene e della salute pubblica.
Quanto era mio dovere riferire all'Autorità, l'ho fatto in data odierna. Non aggiungo altro e attendo fiducioso.
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