27 Giugno 2017, 13:39 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Ieri mattina mi sono immerso nel mare del porto.
Un mare, cui il continuo e copioso afflusso di acqua dolce della sorgente di Presidiana conferisce straordinaria limpidezza e temperatura da brividi.
La mia immersione di ieri per ispezionare, da sotto, le travi delle banchine, che non avevo ispezionato il 12 giugno (https://www.qualecefalu.it/node/20874).
Come documentato dalle foto che seguono, le travi delle altre undici banchine, oltre alle due collassate e alle prime tre sottoposte a prova di carico il 19 giugno (https://www.qualecefalu.it/node/20896 ), si presentano in ottime condizioni.
Tutte le travi tranne una di quelle interne della banchina delle foto che seguono.
Tale trave, per quanto ammalorata nella zona di mezzeria,
non presenta lesioni che ne intacchino l’ala inferiore e l’anima compromettendone la portanza.
Ad esserne prova è la monta della trave, che è la stessa delle travi contigue e della banchina tutta.
Le condizioni delle travi ispezionate sono in tutto analoghe a quelle delle travi delle prime tre banchine, che sono state sottoposte alle prove di carico.
Il che, anche alla luce dei risultati delle prove medesime, fa ritenere, quantomeno, esagerato, se non assolutamente fuori luogo, il “rifacimento totale” di tutte le banchine, che l’Assessore del tempo, nella seduta consiliare tenutasi al porto il 31 marzo del 2010, indicò come “soluzione tecnica per la messa in sicurezza del pontile a T” (https://www.qualecefalu.it/node/18041).
Ciò perché, il collasso avrebbe, presto, interessato tutte le banchine, che fatte, come vennero fatte, con “travi precompresse a trefoli aderenti”, in ambiente marino, non avrebbero potuto resistere più di tanto.
La “soluzione tecnica per la messa in sicurezza del pontile a T” prospettata in quella seduta, sarebbe costata 16 x € 250.00= € 4.000.000.
Se è vero che 16 è il numero delle banchine e se fosse stato vero che, per rifarne 2, sarebbero serviti 500.000 euro, come lo stesso Assessore ebbe a sparare successivamente (https://www.qualecefalu.it/lac/node/1832#comment-735).
Magari Cefalù riuscisse ad ottenere quattro milioni di euro per il suo “porto”.
Sì che riusciremmo a metterlo in sicurezza.
Rispetto alle mareggiate del quadrante NE, però!
Con quattro milioni di euro riusciremmo a chiuderlo a greco.
Magari con la diga a forma di boomerang, che, nel 2002, disegnò Mario Botta.
Quel boomerang disposto al centro della bocca del porto, lungo 290 metri ed alberato con un filare di palme,
che, rispetto al molo di sottoflutto, infilzato come una spada, nella scogliera di punta Calura, disegnato nel 1963 dal Genio Civile Opere Marittime di Palermo,
e rispetto alla diga a forma di ipsilon, disegnata nel 1984 dall’ing. Migliardi,
è, indubbiamente, la soluzione meno impattante per chiudere a greco il bacino portuale.
Su quanto detto nella seduta al porto nella seduta del 31 marzo 2010, non aggiungo altro.
Non serve.
Tanto più che, a dare peso a quanto venne detto in quella occasione, darei prova di non aver capito che, nel corso di quella seduta, la politica cittadina era su “scherzi a parte”.
Saro Di Paola, 27 giugno 2017
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