LA RISPOSTA del Sindaco all’ULTIMATUM di “Sorgenti Presidiana”: “Sorgenti Presidiana ha diritto al pagamento di quanto spettante”. La palla, però, è del Sindaco di Palermo

Ritratto di Saro Di Paola

24 Giugno 2017, 10:26 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il 22 giugno il Sindaco di Cefalù ha risposto all’ultimatum di “Sorgenti Presidiana” con la nota, che riporto, integralmente, alla fine di questo post.
Quella del Sindaco è una nota in assoluta sintonia con i convincimenti, che Egli ha, reiteratamente, esplicitato nel corso della campagna elettorale, cioè, prima che, lo scorso 14 giugno, il TAR pubblicasse la sentenza, con la quale ha accettato il ricorso di AMAP annullando le ordinanze con le quali, il Sindaco medesimo, aveva, più volte, disposto  la prosecuzione, da parte di AMAP, della gestione del Servizio Idrico Integrato a Cefalù.

Secondo il Sindaco, il TAR, nella citata sentenza “non ha affatto individuato, né avrebbe potuto farlo, il Comune quale gestore del S.I.I.”.
Ciò perché, secondo quanto sancito dalla Legge regionale n° 19 del 2015, “l'individuazione del gestore rientra nell’esclusiva attribuzione dell’Assemblea Territoriale Idrica”, che “specialmente dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 7 marzo 2017”, deve essere “unico nell’ambito territoriale ottimale” dell’intera Provincia di Palermo.

In tale quadro”, secondo il Sindaco Lapunzina, ”incomprensibile, ed al contempo inaccettabile, è la circostanza che, nonostante le intimazioni e i reiterati solleciti, il Presidente dell’ATI, Sindaco di Palermo, non abbia convocato l’Assemblea Territoriale Idrica per adempiere all’individuazione del gestore unico”.
Tale inadempimento” da parte del Sindaco di Palermo, “se da una parte può determinare una situazione di indebito vantaggio in favore della società AMAP”, il cui maggiore azionista è il Comune di Palermo, “ha creato e crea, d’altra parte, un danno certo al Comune di Cefalù per il risarcimento del quale ci si riserva di adire le vie legali”.

Sulla nota del Sindaco, tanto avrei da scrivere.
Sarei, però, costretto a ripetere i convincimenti, che ho, reiteratamente, esplicitato negli ultimi anni.

Mi permetto, soltanto, due riflessioni.
La prima
Il TAR con l’annullamento delle ordinanze, con le quali il Sindaco aveva disposto ad AMAP la prosecuzione della gestione del servizio, non l’ha riconosciuta gestore del servizio medesimo, che, di fatto, gli utenti cefaludesi avevano avuto erogato, come, ancora oggi, lo hanno.
A mio giudizio, ad erogarlo, come è stato, ed è, erogato  non può che essere stato, ed essere, il Comune di Cefalù. 
Chi altro, infatti, avrebbe potuto e potrebbe essere?
La seconda
Riservarsi di adire le vie legali contro il Sindaco di Palermo, che, nella qualità di Presidente dell’ATI, avrebbe procurato un indebito vantaggio in favore di AMAP ed un danno al Comune di Cefalù, per non avere convocato l’Assemblea al fine di individuare il gestore unico per tutto l’ambito, a mio giudizio, può servire, soltanto, ad indisporre il Presidente dell’ATI e l’Assemblea tutta.
A mio giudizio altro non è che perseverare in quella , che ho definito la rotta smarrita.

I miei giudizi, però, lo ripeto, sono quelli di un signor nessuno.

La risposta del Sindaco, nel testo integrale:




Saro Di Paola, 24 giugno 2017