I finti amici dell'ospedale Giglio

Ritratto di Angelo Sciortino

22 Giugno 2017, 15:35 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Ho letto un comunicato del Sindaco, ma ancora non so se definirlo una battuta di pessimo gusto o la minaccia di far fare all'ospedale Giglio la stessa fine della sezione staccata del Tribunale o dell'Ufficio delle Entrante. Comunque, prima che faccia la mia scelta, ecco il comunicato:

Ho appena incontrato, a Palazzo dei Normanni, l'Assessore Regionale alla Salute Baldo Gucciardi. La norma con cui l'Assemblea Regionale Siciliana si appresta a riconoscere la personalità giuridica pubblica alla Fondazione Giglio prevederà la garanzia per il personale che in atto presta servizio nel nostro Ospedale, ancorché assunto con contratto di diritto privato. E' una soluzione con cui vengono opportunamente salvaguardate le legittime aspettative di chi ha contribuito, con il proprio lavoro, alla crescita dell'Ospedale Giglio.”

Quindi, sta per morire la Fondazione nata dall'alleanza tra il vecchio Giglio, pubblico e agonizzante, e il San Raffaele di Milano. Gli anni di questa alleanza videro crescere il nostro ospedale e, quando il San Raffaele fu costretto a ritirarsi per problemi suoi, e un tale Cirillo ne divenne presidente per volontà dell'allora Presidente della Regione Lombardo, aveva tutti i numeri per camminare da solo, magari con l'alleanza dell'ISMETT. Invece no, cominciò a retrocedere, fino a tornare quasi il vecchio Giglio pubblico, carico di troppo personale e incapace di rappresentare una realtà sanitaria utile ai cittadini.

Avvenne appena tre anni fa un miracolo: fu data vita all'attuale Fondazione privata, nonostante nel suo CdA siedano rappresentanti di Enti pubblici come la Regione e il Comune di Cefalù. Adesso scopriamo che essa è sotto l'attacco dei sindacati e della politica, che già prima dell'arrivo del San Raffaele l'avevano ridotto a semplice infermeria.

Non dobbiamo permetterlo! In questi tre anni il Giglio è diventato una realtà sanitaria, che primeggia in tutta la Sicilia, persino in tutta l'Italia Meridionale. Dai primi giorni d'aprile vi sono rimasto ricoverato per ben due mesi. La prima volta nel reparto di urologia per un intervento alla prostata e per togliere un diverticolo dalla vescica. Sono entrato in camera e vi ho trovato una uomo della provincia di Messina. Andato via lui, ne è arrivato uno da Petralia, poi uno di Trapani e infine uno di Bagheria. Come mai queste persone hanno preferito il Giglio e non ospedali più vicini a loro a Palermo o a Messina?

Lo stesso dicasi nei due reparti di oncologia e di chirurgia oncologica, da dove sono uscito appena venti giorni fa.

Eppure, che cosa vorrebbero fare Baldassare e Rosario? Rendere pubblico ciò che invece avrebbe bisogno di creare una sinergia con altre realtà di eccellenza sanitaria privata. Se si facesse come vogliono o minacciano loro il Giglio tornerebbe a miserevole infermeria, com'era quasi vent'anni fa, quand'era pubblico.

Sembra che l'importante sia che si riescano a conservare i posti di lavoro nati con contratti di diritto privato, anche in barba all'articolo 97 della Costituzione.