15 Giugno 2017, 17:52 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
È stato il 26 marzo scorso che, a seguito dell’ultimo botta e risposta tra il Sindaco Lapunzina ed il Presidente dell’AMAP, Arch. Prestigiacomo, ho scritto (https://www.qualecefalu.it/node/20546 ) della situazione drammatica della gestione del Servizio Idrico Integrato a Cefalù.
Per l’ultima volta, prima di intraprendere la strada del silenzio, che mi sono imposto per tutta la durata della campagna elettorale.
Il silenzio per evitare la strumentalizzazione dei miei scritti, da parte di chiunque avrebbe potuto usarli “pro domo sua”.
Eppure, tanto avrei avuto da scrivere, in particolare dopo tutti gli interventi che ho avuto occasione di ascoltare in piazza.
La sentenza, che il TAR ha pronunziato il 18 maggio sul ricorso presentato da AMAP contro il Comune di Cefalù, che è stata pubblicata, soltanto ieri, e che si può leggere, nel testo integrale, alla fine di questo mio scritto, mi induce a tornare a scrivere della questione politico-amministrativa legata alla gestione del S.I.I. nella nostra Città.
Una questione, della quale, negli anni scorsi, da cittadino, mi sono occupato.
Reiteratamente e più di ogni altro.
Persino, più dei rappresentanti Istituzionali.
Lo scrivo senza tema di potere essere smentito.
Senza quella “autoreferenzialità profetica” e senza quella “dimostrazione di scarsa memoria”, con le quali i giovani di “CONTROVENTO”, commentandomi, hanno contestato il mio post del 3 gennaio 2017 (https://www.qualecefalu.it/node/20250 ) sulla stessa questione.
Quella del TAR è una sentenza, contro la quale il Comune potrà ricorrere al Consiglio di Giustizia Amministrativa, ma che, intanto, conferma la validità di quei personali convincimenti sulla questione, che ho, più volte, esternato nei miei post su questo blog.
Convincimenti, che in quello del 4 giugno 2016 (https://www.qualecefalu.it/node/19344) seguito al rifiuto di ottemperare all’ordinanza del Sindaco Lapunzina, che la Prestigiacomo aveva motivato così:
“Si comunica l’insussistenza delle condizioni di legge per dare esecuzione all’ordinanza in quanto affetta da un assoluto ed insanabile contrasto con gli ordinari canoni di legittimità.
Non può essere imposto alla nostra società, con lo strumento “atipico” ed “extra ordinem” dell'ordinanza d'urgenza, un obbligo di svolgimento “a regime” del sistema idrico integrato”,
mi fecero scrivere, che al Sindaco non era rimasto che lanciare l’SOS di un “incontro urgente in Prefettura per interruzione, da parte di AMAP, di pubblico servizio”.
Un incontro che si sarebbe risolto nell’ennesimo buco nell’acqua.
A riprova del fatto che al Sindaco Lapunzina la questione idrica era sfuggita di mano.
Come ebbi a scrivere, concludendo quel post.
Quella del TAR è una sentenza, che, oggi, mi fa scrivere che è, assolutamente, URGENTE che il Sindaco Lapunzina, la Sua nuova Amministrazione e la maggioranza Consiliare, che il Popolo Sovrano Gli ha messo a disposizione, RITROVINO LA ROTTA SMARRITA.
Quella giusta, che EVITI AL COMUNE DI NAUFRAGARE NEL SECONDO DISSESTO.
Saro Di Paola, 15 giugno 2017
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