Trame dell’anima: collettiva d’arte

Ritratto di Rosalba Gallà

14 Giugno 2017, 16:48 - Rosalba Gallà   [suoi interventi e commenti]

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TRAME DELL’ANIMA: COLLETTIVA D’ARTE
di Rosalba Gallà

 

Trame dell’anima. Già il titolo ci dà una via di accesso alla collettiva d’arte che si è appena conclusa, che ha avuto luogo presso l’Ottagono di Santa Caterina e che ha riscosso un notevole successo, soprattutto tra i visitatori stranieri: una collettiva di quattro artisti che, pur con espressioni formali e linguaggi diversi, si sono trovati concordi nell’identificarsi in un unico tema: l’anima e le sue trame, appunto, un mondo interiore complesso, una profondità che vive in ciascuno di noi, difficile da raggiungere e decodificare. La nostra anima vive di trame, di intrecci, di labirintiche volute e quanto più pensiamo di conoscerci, tanto più sfuggiamo a noi stessi.
Dentro di noi portiamo un mistero, fatto di legami analogici e spesso onirici, che non sempre riusciamo a portare alla lucidità della nostra coscienza. Non ci resta che seguirne le trame e, talvolta, le semplici tracce che affiorano dal profondo.
E siccome le arti sono sorelle, le Trame dell’anima fanno riaffiorare anche Il porto sepolto di Ungarettiana memoria, espressione degli abissi che vivono in noi: Vi arriva il poeta / e poi torna alla luce con i suoi canti / e li disperde / Di questa poesia / mi resta / quel nulla / di inesauribile segreto.

E in tutte le opere esposte fino a domenica scorsa c’è un inesauribile segreto.

GIOVANNI DI NICOLA

Giovanni di Nicola ha presentato opere realizzate con diversi metalli e tecniche, accomunate dal contrasto tra la dimensione delle figure umane e gli elementi che le sovrastano, per esprimere la condizione esistenziale volta ora alle nobili aspirazioni, ora alle più negative ambizioni, ora ai valori più alti, ora ai falsi idoli. L’uomo risulta ridimensionato nelle sue possibilità e nella sua capacità di agire e di intervenire sulla realtà: mostra l’aspirazione a superare se stesso e i suoi limiti, ma spesso l’aspirazione si traduce in ambizione cieca, in  una visione della realtà e della storia che nell’artista diventa sempre più pessimistica.

     

Nelle opere è presente la denuncia dei rischi di un’umanità ormai tesa solo verso il possesso, chiusa nei singoli egoismi o in egoismi collettivi, concentrata nella corsa verso il potere, pronta alla sopraffazione e alla violenza e a disconoscere i diritti dell’altro.
Un’opera, Arcobaleno sulla famiglia, ci offre la possibilità di una speranza, concentrata nel nucleo fondamentale della società, la famiglia appunto, portatrice di valori positivi e di elementi costruttivi. Una famiglia sull’altalena: l’altalena è gioia, ma forse anche precarietà…
Trame dell’anima: gioia e precarietà, salvezza o perdizione.

 

SEBASTIANO CATANIA

Scultore poliedrico, ma silenzioso per molti anni, ci ha mostrato un saggio della sua multiforme attività artistica, più o meno recente, dalla microfusione a opere di vasta dimensione. Il tempo e l’attesa sono temi ricorrenti, temi esistenziali che chiedono risposte, risposte non facili da trovare: le chiavi, presenti in tante sue opere, esprimono probabilmente la ricerca di una via d’accesso, un tentativo di decriptare il lato oscuro dell’esistenza, la possibilità di aprire un varco che porti alla luce, la speranza di raggiungere il simbolico disco solare.

     

In questa collettiva ha presentato anche un altro aspetto molto importante, quello ludico-giocoso sia negli aspetti formali che contenutistici: questa espressione artistica nasce dall’assemblaggio di materiali riciclati, con l’utilizzo esclusivo di rottami metallici, recuperati in luoghi dove l’incuria dell’uomo li ha abbandonati: così anche ciò che viene considerato ormai inutile riacquista la dignità di una nuova vita. Dal punto di vista del messaggio, rinvia al mondo del circo, dei suoi colori, dei suoi artisti, dal clown all’equilibrista… e, probabilmente, anche alle sue malinconie: dietro la faccia truccata di un clown spesso si nasconde una lacrima…
Trame dell’anima: tempo e attesa, gioia e malinconia

 

GIUSEPPE FORTE

Forte nella sua carriera ha proposto molteplici esperienze pittoriche relative a diverse tematiche, come quella religiosa, quella riguardante la condizione umana e, soprattutto nell’ultimo periodo, il tema della migrazione, visto sicuramente negli aspetti relativi alla drammatica cronaca quotidiana, ma anche come metafora della condizione esistenziale. Ci saremmo aspettati queste opere o questi temi, ma in questa occasione ha proposto scorci e vedute di Cefalù: può sembrare un fuori tema rispetto al titolo, ma forse non è così.

La città è rappresentata nei suoi angoli più belli, nei suoi vicoli più intriganti, nelle vedute più affascinanti, con lo sguardo di chi la vede per la prima volta e rimane abbagliato dal suo spendore. E Forte ce l’ha mostrata così, con la sapienza delle sue pennellate, con la freschezza del colore, con la luce del suo mare e del suo cielo. Cefalù su queste tele è un luogo dell’anima, in cui le trame delle vie e dei vicoli sono trame interiori, percorsi profondi in cui si incrociano una Cefalù della memoria e una  Cefalù dell’attesa, proiettata in un futuro radioso, come sospesa in un cielo che attrae e cattura per i giochi di blu e per quelli, straordinari, delle nuvole…
Trame dell’anima: memoria e attesa, realtà e incanto.

 

SILVANA SCHITTINO

Pittura informale quella di Silvana Schittino, ma anche aperta a tante possibili interpretazioni: spetta all’osservatore, infatti, dare una chiave di lettura alla sua opera. Le immagini, i giochi di colori non risultano definiti, confinati dentro forme chiuse, e se forme sono presenti, ecco le spirali, forme che non limitano ma lasciano aperto lo spazio. La spirale è una figura geometrica fortemente simbolica che si avvolge su se stessa e prolunga all’infinito il movimento circolare che esce da un punto, quello di origine. E così i colori che riempiono lo spazio pittorico, ora tenui, ora più intensi, diventano espressione di una interiorità che si dipana e affiora con una forte carica emotiva e ogni gessetto colorato inserito nel dipinto diventa una pietra, come certe parole.

In una nicchia era presente una installazione dell’artista, che è allo stesso tempo denuncia e dolore, un dolore purtroppo sempre attuale. Il fuoco, elemento di civiltà per gli uomini primitivi, rubato agli dei per il progresso dell’umanità, è diventato, nelle mani di contemporanei e conterranei senza scrupoli, fonte di distruzione e impoverimento. Ci sono mani che vanno fermate e volti che vanno smascherati per non vedere più lacrime e sangue su altri volti…
Trame dell’anima: emozione e colore, progresso e distruzione.

Trame dell’anima, dunque, in tutte le opere degli artisti Di Nicola, Catania, Forte e Schittino: trame diverse, ma legate da un ordito comune.

Le foto del presente articolo sono di Salvatore Vinci, a cui va un sentito ringraziamento.