Consiglio a Edoardo Croci: continui a fare ciò che per cinque anni ha fatto benissimo, TACERE.

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Aprile 2017, 09:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Caro ed egregio Monsignor Croci,

ricordo come fosse appena ieri che Ella è stata candidata alla carica di sindaco nel 2012 insieme al risultato vincente Rosario Lapunzina. La differenza dei suffragi dimostrò che non si era trattato di una battaglia epica, ma semplicemente della lite per le merendine dei giovani delle elementari.

Comunque sia, vinse Lapunzina per un distacco di poco più di settecento voti. Oggi, dopo cinque anni di amministrazione Lapunzina e dopo altrettanti anni di suo silenzio, non posso che dirmi convinto che chiunque dei due vincesse, a perdere sarebbe stata Cefalù.

Perché caro ed egregio Monsignore? Eccole un elenco dei suoi silenzi a proposito di scelte sbagliate di questa Amministrazione, in cui Ella ha brillato per il suo silenzio.

La prima occasione perduta nell'errata interpretazione di Lapunzina e nel suo incredibile silenzio: https://www.qualecefalu.it/node/1178; la seconda occasione in cui la sua autorevole voce avrebbe avuto l'obbligo di difendere gli oltre 2500 elettori, che le avevano dato fiducia, fu la seguente: https://www.qualecefalu.it/node/662.

Alla fine, dopo tre anni lo psicodramma dell'agitazione contabile si concludeva con un documento https://www.qualecefalu.it/node/18543, della Giunta, che fu utilizzato come sceneggiatura del film Il dissesto. Era il 2015, ma forse Ella era distratto e ha continuato a tacere, consentendo all'attuale Sindaco di dichiarare a diciotto mesi di distanza di avere messo a posto i conti del Comune.

Personalmente, caro ed egregio Monsignore, sono fiero di essere rimasto pressoché solo durante quei tre anni di battaglia in difesa di Cefalù, perché ciò mi dà la possibilità di farmi lunghe conversazioni notturne con la mia coscienza. Quella coscienza, che mi ha insegnato la differenza tra incolpevole e innocente: il primo è colui che tace di fronte a un misfatto, del quale comunque non può dirsi responsabile; il secondo, invece, non soltanto non tace, ma interviene, cercando di rimediare. Ecco, caro Monsignore, Ella appartiene al gruppo degli incolpevoli, come coloro che, con il tallone posto sull'orlo del precipizio ed essendo stati a vario titolo amministratori negli anni precedenti, si dicono pronti a fare un passo indietro. C'è, fra loro e Lei, qualcosa che vi unisce: la predisposizione al silenzio. Non per nulla, come per un incanto da favola, in un baleno vi siete ritrovati alleati.

Lo so, anch'io ho taciuto per settimane leggendo i suoi comunicati e quelli degli altri silenti, ma ho una giustificazione: dal 7 di aprile mi trovo ricoverato per un intervento per una forma di iperplasia prostatica e per la presenza di un diverticolo nella vescica. Purtroppo, durante il controllo sull'andamento del decorso postoperatorio è venuta fuori la presenza di un “brutto” tumore al pancreas, per il quale dovrò subire a breve un intervento di chirurgia oncologica, che ne evitino forme metastatiche. Da due giorni sono tornato a leggere le notizie locali e con fatica sono riuscito a mettere insieme questo intervento. Non nella speranza di far cambiare a Lei a agli altri suoi sostenitori l'abitudine al silenzio, ma nella speranza che chi vi ascolta sappia distinguere le chiacchiere dalle argomentazioni. Argomentazioni che MAI ho trovato in qualunque insegnante della Bocconi, pronto come non mai a tradire principi indiscussi della scienza economica, fra i quali spicca che essa non si basa sui numeri, ma sulle scelte degli individui. Quella che alla Bocconi definiscono economia altro non è, se scienza ragionieristica. E Cefalù, per rinascere non ha bisogno di ragionieri, ma di veri economisti e di sociologi. Ricorda, caro ed egregio Monsignore, il grande Pareto, che lasciò l'economia per la sociologia, considerando la prima troppo arida per spiegare il comportamento umano? Ma certo che lo ricorda!

E adesso, stanco non soltanto fisicamente, me ne torno al mio riposo per prepararmi al prossimo intervento chirurgico.