Il Sindaco e la Presidente dell’AMAP fanno a botta e risposta

Ritratto di Saro Di Paola

26 Marzo 2017, 09:13 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Leggendo l’ultimo botta e risposta tra il Sindaco di Cefalù ed il Presidente dell’AMAP sulla gestione del Servizio Idrico Integrato a Cefalù, verrebbe da dirla con Ennio Flaiano: “la situazione è grave ma non è seria”.
Però, solo a ricordarsi che, dal 17 giugno 2016 ad oggi 26 marzo 2017, sono trascorsi 283 giorni si può dire, solo e soltanto, che la situazione è drammatica.
Sì perché sono stati  283 giorni, nei quali Sorgenti Presidiana ha potabilizzato ed immesso nella rete idrica di Cefalù 6.500 mc di acqua al giorno per un corrispettivo giornaliero di 6.500 mc x0,4547457 €/mc= 2.955,47 euro.
Corrispettivo, che non potrà essere imputato, neanche in parte, nelle bollette degli utenti del servizio idrico, che il gestore, chiunque esso sia o finirà per essere, prima o poi, dovrà, pur, emettere.
Ciò perché, ancora oggi 26 marzo 2017, è vigente l’ordinanza n° 50, con la quale il Sindaco di Cefalù,
 ha “vietato temporaneamente e fino a nuova disposizione l’uso dell’acqua erogata dal pubblico acquedotto di Cefalù, per il consumo umano e la preparazione degli alimenti”. Ordinanza, che, come tutti ricordiamo, era stata emessa al fine di “fronteggiare l’emergenza incendio” del giorno prima.

La situazione è drammatica perché l’importo, scoperto, della potabilizzazione, che, ad oggi, somma 2.955,47 x 283= 836.398,01 euro, a Sorgenti Presidiana dovrà essere, comunque, corrisposto dal Comune di Cefalù.
Al riguardo, a togliere ogni dubbio è il contratto di projet financing, in base al quale è stato realizzato l’impianto di potabilizzazione.

Ne ho già scritto.
Il 20 giugno 2016 (https://www.qualecefalu.it/node/19430 ).
Il 5 gennaio 2017 (https://www.qualecefalu.it/node/19430 ).

Ne riscrivo, oggi, dopo l’ultimo botta e risposta tra il Sindaco Lapunzina e la Presidente Prestigiacomo: per toni e contenuti, lascia talmente esterefatti da fare avvertire, più dei precedenti, la sensazione che, tanto, alla fine, a restare col cerino accesso in mano non saranno l’Uno e neanche l’Altra.
Alla fine, a pagare il conto saremo, solo e soltanto, noi: i cefaludesi.

Ancora una volta.
Purtroppo.

Saro Di Paola, 24 marzo 2017