10 Aprile 2013, 08:51 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Un turista fermo sul Corso Ruggero con la macchina fotografica puntata sulla via Caracciolo è una scena troppo ricorrente per potere sfuggire all’attenzione di chiunque si trovi a passare da quelle parti.
Anche del più distratto.
Sono troppe le peculiarità di quello squarcio che la via Caracciolo apre nella quinta della facciata lato monte del Corso,perché l’occhio del turista non le colga.
Per serbarne il ricordo.
In una foto.
Quei balconi che, lenzuola al vento, pare quasi si rincorrano tra le due cortine di muri che costringono la gradonata,
quei balconi che, di quella gradonata, allungano la prospettiva
quasi a guidare lo sguardo sino al fondale di pietra della Rocca che,alto, si staglia sul portale e sulla facciata del San Domenico,
sono peculiarità del centro antico che il turista vuole portare con sè.
Peculiarità uniche che il tempo non potrà mutare.
Mai.
Peculiarità uniche che la peculiarità delle trame disegnate dalla lumachella,
a terra tra cuticchi di mare,
contribuisce ad esaltare.
Per esaltarsi essa stessa.
Peculiarità, tale ultima, che il tempo ha, però, mutato.
Sin quasi a cancellarla.
Insieme a tante altre di quelle che abbiamo ereditato dai nostri padri.
Ricchezza del centro antico.
Ricchezza di Cefalù.
Peculiarità mutata per strafottenza.
Sì, ahinoi, per strafottenza.
Di quanti su quella pavimentazione sono intervenuti.
Di quanti su tali interventi avrebbero avuto il dovere di vigilare e non hanno vigilato.
Di quanti delle “res communes” abbiamo fatto le “res nullius”.
Eppure la peculiarità della pavimentazione di via Caracciolo, come quella di tutte le altre vie, viuzze e vicoli del centro antico, nel tempo, si sarebbe potuta rispettare.
Per conservarla.
Per tramandarla.
Proprio come i nostri padri ce la hanno tramandata.
Sarebbe bastato poco.
Sarebbero bastati professionalità e senso di responsabilità.
Di quanti,su quelle pavimentazioni, sono intervenuti.
Come non avrebbero dovuto.
Di quanti a quegli interventi avrebbero dovuto sovrintendere.
Come non hanno sovrinteso.
Incuticchiare una via come i nostri padri le incuticchiavano
si sarebbe potuto.
Si può.
Financo nel terzo millennio!
Per rendersene conto basta dare uno sguardo all’incuticchiato della “rosa dei venti”.
Quella che, due anni addietro, è stata realizzata a Piazza Cristoforo Colombo.
Con le maestranza di un cantiere di lavoro.
Sotto la direzione dell’arch. Fabio D’Amico.
Di scuola cifalutana.
Saro Di Paola, 10 aprile 2013
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Commenti
Salvatore Culotta -
Sarebbe auspicabile
Sarebbe auspicabile che per poter lavorare nel centro storico qualsiasi impresa o singolo operaio avesse prima seguito un corso di formazione mirato proprio ad interventi in situazioni delicate quali un centro storico, con cognizioni specifiche sulle caratteristiche di Cefalù. E, in ogni caso, è inderogabile la sorveglianza e supervisione di personale qualificato. Ma io parlo di un altro paese.