15 Marzo 2017, 14:40 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Dopo la presentazione del Piano Sanitario Regionale al Ministero della Sanità, le preoccupazioni sul destino che tale Piano riservava all'ospedale di Cefalù erano – e ancora sono a un mese dalla sua presentazione – tante, specialmente dopo la partecipazione pubblica alla protesta contro la sua de-classificazione, prevista nel Piano regionale originario.
A tutt'oggi nessun comunicato del Ministero, che in questa fase non ne avrebbe l'obbligo, e dell'Assessorato, che invece ne avrebbe l'obbligo, ha informato i cittadini, per tranquillizzarli. Per di più non s'è letto alcun comunicato del Sindaco di Cefalù, che della Fondazione Giglio è uno dei soci. Non mi è rimasto altro da fare, che chiedere direttamente al Presidente della Fondazione, dottor Giovanni Albano. Sotto forma d'intervista sintetizzo la lunga conversazione avuta.
Presidente, il nuovo Piano sanitario è più favorevole per il nostro ospedale?
Certamente. Grazie anche alla mobilitazione dell'opinione pubblica e al contributo di tutto il personale dell'Ospedale adesso esso è classificato “ospedale di primo livello”.
Quali benefici derivano da questa classificazione per l'ospedale e per il suo futuro?
Intanto adesso non dovrà limitarsi ai soli quattro reparti previsti dal vecchio Piano, che ne faceva una sorta di “Pronto Soccorso”, in cui i malati non avrebbero trovato cure adeguate, qualora essi ne avessero avuto bisogno.
Adesso, infatti, l'ospedale è in grado di offrire reparti nuovi, come la oncologia dermatologica e l'oculistica, che sarà aperta già dalla fine di questo mese. È nostra intenzione potenziare anche altri reparti, come l'urologia, che purtroppo è ancora priva di un primario e che si avvale oggi del contributo del Professore Patrizio Rigatti, nonché dell'impegno del personale medico e paramedico. È evidente che la presenza di un primario renderebbe migliore l'attività del personale, favorendo la sinergia delle loro competenze sicuramente invidiabili.
Quindi, necessità di personale medico?
E non solo! Occorre sia un rinnovo della tecnologia esistente e sia l'acquisto di nuove tecnologie. La Regione e lo Stato non sono in grado di finanziarle, ma per fortuna i finanziamenti europei, ai quali la nuova classificazione ci permette di accedere, vi rimediano.
La Fondazione ha già presentato i progetti necessari per richiederli e siamo speranzosi del buon esito delle richieste. Come quella della robotica operatoria, che renderebbe l'ospedale competitivo anche nei confronti di tanti ospedali del Nord, come è oggi competitivo rispetto ad altri ospedali della Sicilia e del Sud-Italia. Con piacere mi piace sottolineare che il 40% dei pazienti delle aree metropolitane già oggi sceglie l'ospedale Giglio per curarsi.
Aggiungo che il reparto oncologico continua a svilupparsi secondo le previsioni e che presto sarà in grado di offrire chemioterapia mirata e non invasiva e radioterapia.
Insomma, sembra che per il nostro ospedale non soltanto è passato il pericolo del ridimensionamento, ma che per esso si prepara un futuro di successo.
Sicuramente! E a goderne saranno innanzitutto i pazienti, ma anche l'intera Cefalù e il suo hinterland. Quando questa organizzazione sarà completata, ci rivolgeremo anche ai tour operator per convogliare quello che è definito “turismo sanitario”. Conto, per questa ragione, di avere presto un incontro presso il Ministero degli Esteri.
So bene, però, che in questo caso non basta l'impegno della Fondazione, ma occorre il contributo di tutti nel territorio. Per questo conto di incontrare in un incontro pubblico i Sindaci dei Comuni delle Madonie e dei Nebrodi, che gravitano su questo ospedale. Sono certo che essi non si lasceranno sfuggire questa occasione e che ancora una volta si batteranno al fianco dell'ospedale.
Non mi resta che augurarle una vittoria, come quella ottenuta con la cancellazione della situazione debitoria dell'ospedale in soli due anni!
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