La farsa tragica delle elezioni comunali

Ritratto di Angelo Sciortino

13 Marzo 2017, 14:59 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Una delle cose più divertenti e nel contempo più tragiche della vita socio-politica di Cefalù è la diffusa atmosfera di cupio dissolvi, desiderio di distruggere, che si manifesta al suo acme al momento delle elezioni comunali. Ne è prova il giudizio reciproco, che i candidati troppo spesso si scambiano. Essi non hanno alcuna ritrosia a definirsi nemici e non avversari; non si considerano portatori entrambi di opinioni diverse nel giudizio dell'interesse comune di fare il bene di Cefalù; diventano in questo modo facile preda delle aspirazioni di politici di basso livello, che vedono in Cefalù soltanto una terra di conquista, che alcuni di questi candidati offrono in cambio di un appoggio clientelare e politico. Non si accorgono, i poveretti, che in questo modo mettono i loro ideali, se ne hanno, al servizio delle loro ambizioni e non le ambizioni al servizio degli ideali. Si riducono a strumenti di chi ha dimostrato di essere peggiore di loro.

Come reagisce a tutto questo l'opinione pubblica; come reagiscono i cittadini? Da qualche anno sembra che essi si siano convertiti al manicheismo: il male e il bene nettamente separati, con il male soltanto in chi non è con noi. Da qui il giudizio non dissimile da quello che essi esprimono sulle partite di calcio e soprattutto sugli arbitri. La stessa formazione politica nuova, il M5S, li educa a esprimere giudizi politici senza scienza e coscienza, ma soltanto in forza di un astio magari giustificabile, ma mai risolutore dei problemi della società e mai buon consigliere.

Tutto ciò non è politica; non è democrazia; non è sano amministrare o prepararsi ad amministrare un comune. È soltanto una farsa! Una farsa, che dopo le elezioni si trasformerà in tragedia; nella tragedia di un paese male amministrato, senza futuro, che si autodistrugge.

Oggi potremmo sorridere di certe candidature, che forse non hanno altro da chiedere, se non di continuare o di tornare a fare quello che hanno fatto, quando i cittadini gliene diedero il potere, sebbene con un diverso scopo: fare crescere Cefalù e non ridurla come l'hanno ridotta.

Nulla ci assicura che altri, che hanno questa aspirazione per la prima volta, sapranno fare meglio. Se per essi c'è, però, il beneficio del dubbio, per gli altri c'è la certezza della loro incapacità. Ai cittadini scegliere e decidere.