5 Marzo 2017, 11:15 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Il progetto “esecutivo” del raddoppio ferroviario prevede l’accesso alla fermata sotterranea attraverso una galleria, lunga all’incirca 130 metri, che, dal muro in pietra in fondo alla sottostazione elettrica raggiungerà un’altra galleria, cosiddetta mezzazino, dalla quale si dirameranno le scale mobili, a sei rampe, per scendere alle banchine delle gallerie dei binari.
La galleria di accesso avrà una canna, che, spessore strutturale compreso, sarà alta oltre 8,00 metri e larga oltre 7,00, quasi in piano, alla quota del calpestio della sottostazione elettrica.
Lo scavo di tale galleria è previsto con tecniche tradizionali dello stesso tipo di quelle delle gallerie di sfollamento di Spinito e Sant’Ambrogio, che sono state soppresse.
A mio giudizio, però, l’area di Pietragrossa sottopassata dalla galleria consente l’impiego di tali tecniche, soltanto, nella seconda metà, all’incirca, della galleria medesima.
Basta andare sui luoghi, osservarne l’andamento altimetrico e relazionarlo alla quota d’imbocco della galleria, per rendersi conto che, nel primo tratto, la galleria non potrà che essere artificiale.
Ciò perché, il modesto spessore del terreno di copertura tra la sua volta ed il piano di campagna renderà necessaria l’apertura di una ampia trincea a cielo aperto, nella quale potrà essere realizzata la sua canna.
Com’è stato per realizzare l’imbocco, lato Cefalù, della galleria Salaverde.
Però, con una sostanziale differenza.
Salaverde era campagna e si sono espiantati ulivi.
Pietragrossa è centro urbano e si dovranno distruggere le opere di urbanizzazione, i parcheggi, le strade ed i sottoservizi a rete, che ricadono nell’area interessata dalla trincea.
Ciò con tutti i disagi ed i disservizi, che ne conseguiranno per tutta la durata dei lavori.
Ma non solo.
La realizzazione del secondo tratto della galleria, che, per la sua profondità rispetto al piano di campagna, potrà avvenire con le tecniche tradizionali metterà in pericolo la stabilità di alcuni edifici di Pietragrossa e delle opere di sistemazione esterna che li includono.
La sabbia e l’acqua, di cui i terreni attraversati sono ricchissimi, innescheranno fenomeni di subsidenza della stessa natura di quelli che hanno provocato gravissimi danni agli edifici di vicolo Bernava a Palermo e di quelli potenziali che la soppressione della galleria di sfollamento ha evitato agli edifici dello Spinito.
Al riguardo è sintomatica la modifica al tracciato della galleria di accesso alla fermata, che si coglie in una delle planimetrie, che il Sindaco Lapunzina ha pubblicato (https://www.qualecefalu.it/node/20231 ) a corredo del comunicato, con il quale, lo scorso 29 dicembre, ha preannunciato “importanti sviluppi e modifiche progettuali” ai lavori del raddoppio.
In tale planimetria, la galleria di accesso ha il tracciato a forma di boomerang.
Invece, nelle planimetrie dei progetti definitivi approvati nel 2002 e nel 2003 dal Consiglio comunale di Cefalù ed in quelle del progetto “esecutivo” illustrato negli incontri pubblici, il tracciato era rettilineo e pressoché ortogonale alle gallerie dei binari.
A mio giudizio, tale modifica, “aumma aumma”, è dettata dalla necessità di allontanare il tracciato dall’edificio più alto (Piazza) per ridurre il pericolo di fenomeni di subsidenza, che possano interessare il terreno, sul quale l’edificio è fondato.
Questo mio post per dire che la galleria di accesso alla fermata è un altro nodo che sta venendo al pettine della realizzazione della fermata sotterranea.
A riprova del fatto che, pur di prevedere la fermata sotterranea si era riusciti, sulla carta, nell’impresa di fare entrare l’asino per la coda.
Impresa, che, nella realtà, non è, ancora, riuscita ad alcuno e che, mai, riuscirà.
Saro Di Paola, 5 marzo 2017
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