Come vorrei che fosse il prossimo sindaco

Ritratto di Angelo Sciortino

13 Febbraio 2017, 14:09 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Cefalù si prepara alle elezioni per eleggere i suoi rappresentanti comunali. Si tratta, nonostante la lotta dei Governi regionale e nazionale contro le libertà comunali, di un momento importante per la democrazia, rappresentando esse le scelte dei cittadini sul destino loro e della loro Città.

Una prova storica di tale importanza la ritroviamo nella nascita dei Comuni in Italia, quando grazie a essi uscimmo dal Medioevo e ci avviammo al Rinascimento; ci avviammo a rappresentare in Europa un esempio impareggiabile di arte e cultura, che fece dell'Italia il più ricco bacino mondiale di esempi d'arte, che oggi tutti i Paesi c'invidiano e che sono la vera ragione delle loro visite turistiche, alle quali dobbiamo la tenuta di questo ramo della nostra economia.

Questa considerazione e il richiamo all'arte e alla cultura italiane mi obbligano a un'altra considerazione ancora, relativa al presente. A chi è affidato oggi il patrimonio artistico italiano? Alle Sovrintendenze, ormai divenute covo di una burocrazia nemica dell'arte! Gli stessi Comuni e la stessa Chiesa si affidano a esse per ogni decisione, non potendo più decidere neppure gli interventi di manutenzione in assenza del loro parere. Un parere, che sempre più spesso sembra dettato da ignoranza tecnica e artistica, come a Cefalù dimostrano le condizioni della Cattedrale, patrimonio UNESCO, del Museo Mandralisca, della chiesa di San Giorgio, dell'Osterio Magno e di tant'altro ancora. Su tutto ciò le Amministrazioni comunali non possono decidere, alla faccia della loro autonomia amministrativa. Quando poi la loro ignoranza totale è pari o superiore a quella dei burocrati delle Sovrintendenze, allora esse non si preoccupano di approvare loro regolamenti a difesa anche del loro territorio, come il PRG o il PUDM!

Che cosa dobbiamo pretendere, quindi, da coloro che ci chiedono la fiducia, assicurandoci che essi saranno in grado di amministrare Cefalù? Certamente non un programma, che lascia il tempo che trova, e neppure promesse, che vanno oltre i loro poteri, così minacciati dall'attuale politica e dall'attuale burocrazia nazionale e regionale, ma le loro volontà e capacità di riappropriarsi della perduta autonomia. Quella autonomia, che non solo è madre dello spirito di libertà della Nazione, ma dimostrò pure di rendere belle come sono oggi le città italiane; bella com'era un tempo Cefalù, quando la si amava con consapevolezza culturale, che inorgogliva i suoi cittadini per la sua storia.

Certamente non può battersi per questa autonomia chi ha dimostrato finora di affidare le decisioni su Cefalù al giudizio degli assessorati regionali, ai ministeri e perfino all'ONU, quando non pure alle sentenze dei magistrati! A tale giudizio, infatti, egli non si richiamava nell'interesse di Cefalù, ma per nascondere la propria inconcludente agitazione e per giustificare la mancanza di una propria strategia amministrativa.

Tutto ciò ho speranza che diventi un passato da dimenticare e non una scusante per giustificare la propria incapacità di agire intelligentemente, perché le colpe passate non giustificano le presenti.

A oggi i candidati a sindaco, con l'esclusione dell'uscente, sono con certezza due, Fabrizio Piscitello e Rosario Fertitta, forse Giuseppe Guercio e con ogni probabilità uno del M5S. A loro va rivolta la richiesta di dichiarare la loro volontà di battersi per l'autonomia comunale, ma soprattutto come vogliono ottenerla. So che non sarà una lotta semplice e la vittoria non è garantita, ma sappiano che nella vita d'un uomo numerose sono le sconfitte, ma se la sua battaglia era giusta, la vittoria non potrà mancare, magari con altri uomini e con le generazioni future. Se non si dimostra questo coraggio, si perpetuerà l'attuale stato di decadenza, che ha le sue radici in almeno un quarantennio, durante il quale si sono succeduti amministratori, che hanno permesso che Cefalù diventasse il “giocattolo” di manovre di politicanti, la cui unica aspirazione era il potere clientelare, che riuscivano a mantenere con elargizioni di posti di lavoro precario e sempre meno produttivo.

Aspettando una risposta da questi candidati certi o probabili, rivolgo comunque a Cefalù l'augurio che queste prossime elezioni possano ridarle la speranza per un futuro migliore e più degno della sua storia millenaria.