Raddoppio ferroviario: dalla impossibilità alla possibilità di cantierizzare i lavori dal lato di Malpertugio

Ritratto di Saro Di Paola

2 Febbraio 2017, 07:19 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il progetto definitivo, appaltato dalla TOTO nel 2012 e, dalla TOTO, tradotto in “esecutivo”, rendeva impossibile la cantierizzazione dei lavori del raddoppio dal lato di Malpertugio.
Come sarebbe stato, e sarebbe, necessario per evitare o, quantomeno, ridurre al minimo, i disagi della circolazione di mezzi pesanti lungo quel tratto di SS 113, tra Ogliastrillo e Settefrati, che, dal lato di occidente, convoglia, senza possibilità di percorsi alternativi, tutto il traffico veicolare in entrata ed in uscita da Cefalù.
 
Tale IMPOSSIBILITà era sottesa in due altre impossibilità.
La prima, quella per la quale la grande talpa del diametro di oltre 12 metri non riuscirebbe ad uscire, se non rottamata, dal punto del vallone Carbone, dal quale sarebbe dovuta sbucare dopo avere realizzato, partendo da Malpertugio, la canna, singola, della galleria, cosiddetta, Sant’Ambrogio.
Di tale impossibilità ho già scritto.

La seconda, quella che, nel vallone Mazzatore, impedisce l’assemblaggio dell’altra talpa, del diametro di 9,90 metri, che, nel versante occidentale del vallone medesimo, dovrebbe imbucarsi per avanzare in direzione Palermo realizzando la canna pari della galleria, cosiddetta Cefalù, sbucare ad Ogliastrillo, rototraslare e reimbucarsi per uscire, definitivamente, a Mazzatore dopo avere realizzato la canna dispari.

Tali impossibilità erano determinate, entrambe, dalle caratteristiche geografiche dei due valloni, troppo anguste ed accidentate per rendere possibile la cantierizzazione dei lavori dal lato di Malpertugio, nel rispetto del progetto definitivo andato in appalto.

Oggi, invece, la cantierizzazione dal lato di Malpertugio è resa possibile dalla ulteriore impossibilità, che è emersa passando dalla fase progettuale a quella realizzativa.
L’impossibilità di eseguire, a Mazzatore, la rototraslazione della talpa, che, come aveva detto l’Ing. Pinna della TOTO, si sarebbe imbucata ad Ogliastrillo, già nel “tardo autunno del 2016”, per uscire, a Mazzatore, dopo avere realizzato la canna dispari.
Una impossibilità, della quale ho già scritto, che ha costretto RFI e TOTO Costruzioni a stravolgere il progetto definitivo-“esecutivo” con un altro progetto, che prevede l’intero tracciato ferroviario all’interno di una sola galleria a doppia canna.
Una sola galleria, da Malpertugio ad Ogliastrillo, lunga all’incirca 11.000 metri, che, altimetricamente, collegherà la quota 8,00 mt s.l.m. di Malpertugio alla quota 30,00 mt s.l.m. di Ogliastrillo, passando per la quota di 12,00 mt s.l.m. della fermata sotterranea di Cefalù, senza salire alla quota 45,00 mt s.l.m. del tratto a cielo aperto di Fiume Carbone.

Uno stravolgimento del progetto e dell’appalto che, per la possibilità che offre di cantierizzare i lavori dal lato di Malpertugio, avrebbe ripercussioni estremamente positive per Cefalù.
La talpa del diametro di 9,90 metri potrà, infatti:
- imbucarsi a Malpertugio e sbucare ad Ogliastrillo, dopo avere realizzato la canna pari;
- rototraslare e reimbucarsi ad Ogliastrillo per sbucare, definitivamente, a Malpertugio dopo avere realizzato la canna dispari.
Il tutto con lo smaltimento dei materiali di risulta dello scavo delle due gallerie, dal lato di Malpertugio,

senza che la circolazione dei mezzi pesanti impegni il predetto tratto di strada statale ad occidente di Cefalù.

Resta, grandissimo, il rammarico che ciò avverrà, soltanto, dopo che sono state sperperate  ingenti risorse economiche per perpetrare i massacri ambientali dei valloni Marzo, Carbone e Mazzatore.

   

Saro Di Paola, 2 febbraio 2017