31 Gennaio 2017, 15:43 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Cammino verso piazza Duomo. Mi ferma un conoscente, che mi chiede se ci sono novità sulle probabili future candidature per l'elezione del nuovo sindaco. Rispondo che non sono a conoscenza di novità, oltre quelle riportate sui social e sulla stampa locale. Rimane incredulo, perché dubita che io non sia a conoscenza di quanto emerga da riunioni segrete a Cefalù e persino a Palermo fra i capi partito. Del centro-destra e del centro-sinistra.
Alla mia risposta che nulla so delle riunioni segrete, perché, se qualcosa sapessi, esse non sarebbero più segrete, insiste nel dubbio e imputa il mio silenzio alla mia volontà di non confidargli quel che so. Lo guardo e provo commozione a leggere nei suoi occhi quasi un rimprovero. Cerco allora di spiegargli che io stesso non aspiro a queste anticipazioni, perché, nel momento in cui le candidature saranno definitive e ufficiali, le valuterò per fare una scelta consapevole. Il mio interlocutore, però, non si accontenta e mi sciorina sospetti, illazioni e pettegolezzi, accompagnati dai suoi giudizi senza senso logico e comunque senza alcun appiglio ai fatti, alla realtà.
Resisto alla voglia di rimproverargli la sua improvvisazione astratta e lo invito, invece, a riflettere. Egli ribatte che sta infatti riflettendo, ma non capisce che la sua non è una riflessione; non capisce che sta semplicemente giudicando scelte o fatti, che sono soltanto frutto della sua o dell'altrui fantasia. Non ho voglia di rispondergli e cerco di salutarlo e di assicurargli che ne riparleremo alla prossima occasione.
Ma no! Egli non è appagato! Insiste ancora, infatti, con l'argomento che se i candidati a sindaco saranno più di due, garantiranno la rielezione dell'attuale sindaco. Può darsi, rispondo, e non continuo, sperando di chiudere la sterile discussione. Non sono così fortunato, però. Così infatti prosegue il mio interlocutore: se fossi io il candidato... Non lo lascio proseguire. Se pensi o credi di saper fare meglio, candidati tu, gli dico. E poi così continuo a ironizzare sulle sue capacità e a dirgli che non gli mancheranno sicuramente i voti e la gratitudine dei cittadini. Incredibile, ci crede! Ci crede così tanto, che sussurra della sua convinzione che sicuramente sarebbe un sindaco migliore di quello uscente e persino di tutti quelli della storia democratica di Cefalù. Purtroppo, però, non può scendere nell'agone politico, perché la politica è fatta di compromessi ed egli, uomo di sani principi, non saprebbe adattarvisi. E bravo l'amico, i cui principi sono così sani, che lascerebbe la sua città in mano agli incompetenti, pur di conservare la sua “presunta” purezza. Presunta, perché nessun uomo saggio gliela riconoscerebbe, visto che non ha il coraggio di dimostrarla, combattendo laddove dovrebbe difenderla, fra i cattivi politici, cioè.
Non credo più, a questo punto, di aver nulla da dirgli, per cui lo lascio con la scusa di un impegno urgente e mi allontano velocemente, dopo averlo salutato bruscamente. Allontanandomi, mi ripeto i versi del Parini: “Buon cittadino, al segno/ dove natura e i primi/ casi ordinàr, lo ingegno/guida così, che lui la patria estimi.”
Non c'è speranza!
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