Raddoppio ferroviario: una variante sulla quale la politica cittadina tace

Ritratto di Saro Di Paola

30 Gennaio 2017, 18:33 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Se la fermata metropolitana dovesse essere realizzata  con il piazzale d'ingresso previsto nel progetto “esecutivo”,

    

la via Gramsci e l'attuale piazza della stazione sarebbero condannate a subire il caos, che subiscono.
Da decenni e tutti i giorni dell’anno scolastico.

     

     

La condanna non sarebbe di quelle a termine.
Sarebbe una condanna per sempre.

Per rendersene conto non si deve essere urbanisti e, neanche, tuttologi.
Basta essere vedenti.

Il 26 novembre del 2015, non era passata, neanche, un’ora dalla conclusione della presentazione del progetto del raddoppio ed ho lanciato l’allarme:
SALVIAMO IL SALVABILE” (https://www.qualecefalu.it/node/18360)
LA PIAZZA DELLA FERMATA DEVE ESSERE CANCELLATA!

    

Cefalù non ha bisogno di quel “centro di aggregazione” col quale, secondo l’ing. Palazzo, i lavori del raddoppio “arricchirebbero” la Città.

Cefalù, tra il passaggio a livello di Gallizza, che, a raddoppio ultimato, verrà soppresso e tutta l’area dell’attuale stazione, di cui, a lavori ultimati, RFI non avrà di che farsene,

   

ha bisogno di un asse viario in entrata, che, com'è facile comprendere, sarebbe, irrimediabilmente, sbarrato dalla "piazza della fermata".

L'ho detto, in Consiglio comunale, già, nel 1985.
L'ho ripetuto, in quella stessa sede, nel 1987, nel 1988, nel 2002 e nel 2003.
L'ho scritto sulle pagine di questo blog, sin da quando lo abbiamo fondato.
L'ho ripetuto tante volte.
Troppe.
Lo riscrivo nella speranza che chi di dovere faccia tesoro degli ultimi accadimenti per rendere proficuo, il più possibile, il prossimo.

Infatti:
se è vero, come finirà per essere vero, che il treno dell’appalto, partito nell’aprile del 2012, si sia già fermato, a causa delle varianti necessarie,
per la soppressione delle gallerie di sfollamento dalla fermata sotterranea e dalla galleria Sant’Ambrogio,
per la trasformazione in doppia canna di quest’ultima,
e per l’eliminazione del tratto di linea a cielo aperto tra i valloni Carbone e Mazzatore;
- se è vero, come è vero, che, per cancellare “la piazza della fermata”sarà necessaria l’adozione di una variante al progetto appaltato, che, ovviamente, deve essere, ufficialmente, chiesta alla stazione appaltante;
- se è vero, come fondate ragioni fanno ritenere sia, che, in tal senso, il Consiglio comunale non abbia discusso e votato alcun atto di indirizzo e, neanche, che il Sindaco abbia avuto un approccio epistolare con RFI;
sarebbe il tempo di cominciare a discutere dell’ulteriore variante, che è indispensabile per la soppressione della “piazza della fermata” e per la riprogettazione della stessa. 
Già in occasione del prossimo tavolo tecnico al Ministero delle Infrastrutture, preannunciato entro la fine di febbraio. 
Ciò, quantomeno, al fine di evitare una ulteriore fermata del treno. 
Nell’ultimissima fase dei lavori, che inizierà, se mai inizierà, con lo scavo della galleria di accesso alla fermata sotterranea.  

Sono certo che il Sindaco ci abbia, già, pensato.
Approfitterà di quella occasione per formulare la richiesta e per spiegarne le motivazioni.
Sono troppo evidenti per non essere recepite.
A meno che non si voglia mettere una pietra tombale sull’unica possibilità di migliorare l’assetto viario e la qualità dell’ambiente di Cefalù, “minimizzando l’impatto ambientale dei lavori del raddoppio”, nel cuore del suo centro urbano.

Saro Di Paola, 30 gennaio 2017