4 Gennaio 2017, 15:45 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Sono tre giorni che leggo comunicati del Sindaco, ivi compresa l'informazione della dotazione del Comune di un numero telefonico per l'invio di messaggi tramite WathsApp. Tutti comunicati, che dovrebbero informare i cittadini delle strategie amministrative seguite e che invece coprono ben altra verità: che questa Amministrazione antepone il superfluo al necessario; l'improvvisazione a un'idea dello sviluppo urbanistico; un causa amministrativa a una decisione sensata.
In un comunicato viene detto, per esempio, che una nuova direttiva del Ministero a proposito delle gallerie consentirà alle Ferrovie di apportare varianti al progetto della stazione dello Spinito. Tutto bene, se non fosse che a quanto pare l'ultima direttiva a proposito delle gallerie risale al 2003, quindi, a una data antecedente al progetto esecutivo!
In un altro comunicato, anzi, in altri due comunicati, assistiamo all'ennesima botta e risposta tra AMAP e Sindaco. A questa diatriba risponderà molto presto il TAR. Intanto, però, questo superfluo dibattito prende il posto della necessaria e ormai improcrastinabile questione idrica, che lascia i cittadini senza acqua potabile e troppo spesso senz'acqua in alcune zone. I Tribunali sempre più spesso danno torto al Sindaco per questa preferenza per il superfluo, ma presto potrebbero dargli torto per non aver fatto il necessario. E parte del necessario rientra fra i suoi compiti istituzionali, essendo egli in questa veste Ufficiale del Governo, gravato di numerosi e pesanti obblighi.
Ove i Tribunali gli chiedessero ragione del suo venir meno a tali suoi compiti, non credo che potrebbe ottenere lo stesso risultato che ottiene con i cittadini, quando offre loro un capro espiatorio vissuto nel passato – scelto da Verre a Giuseppe Guercio, con preferenza a Simona Vicari – oppure una peregrina interpretazione di una norma giuridica. La sua attività amministrativa verrebbe sicuramente stigmatizzata e, se i Giudici saranno buoni, definita come sterile agitazione.
Questa, però, è un'altra storia e giudicarla sotto il profilo giudiziario compete ai Giudici. A me compete esaminarne le conseguenze per il presente e il futuro di Cefalù, soprattutto della Cefalù giovane, alla quale sta preparandosi un domani incerto e persino dannoso.
Sulla politicizzazione della burocrazia e sulla sua inefficienza avevo scritto meno di una settimana fa: https://www.qualecefalu.it/node/20230. Questo secondo problema rende più gravi i difetti della politica e delle sue distrazioni e omissioni e finisce con il trasformarsi in un suo parafulmine. Le prove a Cefalù non mancano e sono più o meno conformi, ma sicuramente compatibili con i disegni del politico, per cui essa potrà sempre contare sulla difesa della politica, anche quando sentenze e rinvii a giudizio consiglierebbero il suo sollevamento dagli incarichi. D'altronde, anche i consiglieri d'opposizione tacciono paurosi, permettendo che si continui ad amministrare in danno anche dei loro elettori, che hanno riposto in essi la fiducia. Poco importa che essi siano in maggioranza, 12 contro 8.
Insomma, per concludere, lasciando ai lettori il tempo di riflettere, quando la politica non sa darsi una strategia, la burocrazia diventa uno strumento inutile e anche pericoloso, perché complice di una politica, che si agita come la panna prima di diventare burro. E il burro, si sa, si liquefà ed è untuoso.
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