18 Dicembre 2016, 07:31 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Lungo la scarpata tra la via Domenico Portera e la strada per Prissuliana, da alcuni giorni, percola liquame fognario, che finisce per riversarsi in mare.
Se è vero com’è vero che il liquame percola con le stesse modalità, con le quali, lungo quella stessa scarpata, era percolato nello scorso mese di febbraio, cioè meno di dieci mesi addietro,
è da ritenere che, nel tratto di condotta fognaria a valle del punto di fuoruscita, deve esserci una criticità sistemica di natura tecnico-idraulica.
Una criticità, che rallenta il flusso del liquame sino a bloccarlo e che, perciò, deve essere rimossa.
A meno che, per ovviare alla stessa, non si intenda procedere con spurghi estemporanei, come quello eseguito il 27 febbraio scorso, dopo che la condotta è scoppiata, scavando quelle piccole voragini nella sede stradale,
da cui è fuoruscito il liquame, che scorrendo lungo la via Giudecca si è riversato in mare attraverso le caditoie dell’acqua piovana della via Candeloro.
Se è vero com’è vero che, come nel febbraio scorso, il riversamento di questi giorni si sta verificando in un periodo dell’anno, nel quale, con gli alberghi della Calura chiusi e con tante seconde case della zona disabitate, la portata della condotta è minima, non è difficile prevedere cosa potrebbe, anzi potrà, accadere quando, in piena stagione estiva, la portata di quel tratto di condotta si incrementerà oltre che con il liquame degli alberghi chiusi e delle case disabitate, anche con quello della sessantina (sulla carta erano 48) di alloggi di edilizia “agevolata e convenzionata” che, grazie ad una variante urbanistica “compatibile ma non conforme al PRG” approvata dal Consiglio comunale si stanno realizzando sul versante Est del vallone Sant’Oliva.
Se la Politica locale dovesse continuare a non avere quella consapevolezza, piena, che già da parecchi anni avrebbe dovuto avere, cioè che le infrastrutture ed i servizi di cui Cefalù dispone non sono compatibili con incrementi di carico antropico, anche minimi, il loro collasso, e con esso, quello della Città è dietro l’angolo.
Sino a quando non saranno stati migliorati e potenziati i servizi e le infrastrutture, non potranno esserci nuove costruzioni edilizie che, ancorché conformi al PRG, siano compatibili con il presente ed il futuro di Cefalù.
Con l’attuale assetto delle infrastrutture e dei servizi, nuove costruzioni non sarebbero, per Cefalù, occasioni di sviluppo.
Nuove costruzioni, nel suo territorio, sarebbero un passo indietro.
Irreversibile ed irrecuperabile.
A prescindere dalla destinazione d’uso che potrebbero avere.
È amaro dirlo ma è così.
Saro Di Paola, 17 dicembre 2016
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