Non colpevoli e innocenti

Ritratto di Angelo Sciortino

12 Dicembre 2016, 12:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ben settantanove precari, in forza presso il comune di Cefalù, rischiano il posto di lavoro o, se andrà bene, finiranno nel limbo della RESAIS, una sorta di ospizio per le vittime della cattiva politica di questi ultimi vent'anni, di destra e di sinistra. Una politica, che sui precari ha basato i suoi immeritati consensi con la forza del ricatto e delle clientele. È chiaro che non poteva durare in eterno un siffatto modo di gestire la cosa pubblica. Oggi i nodi sono venuti al pettine ed è stato giocoforza che si tentasse di porre finalmente un freno al continuo dilapidare la ricchezza di tutti, pur di concedere a una casta immonda di nutrirsi persino del futuro dei cittadini.

Preciso, tentare e non porre finalmente fine a questo andazzo, perché non può escludersi che proprio i precari accettino una ulteriore proroga, per cui il momento di smetterla di lasciare giocare sconsideratamente i politici con il nostro futuro verrebbe rimandato sine die, aggravando una situazione già oggi insostenibile.

È vero, uomini e donne precari da vent'anni, che hanno lavorato per far funzionare gli enti pubblici, non meritano di essere lasciati sul lastrico, senza lavoro e destinati a ingrossare le fila dei poveri e di coloro che sono al limite della sopravvivenza; non meritano neppure, però, di essere ingannati ancora. Non meritano che si lasci intravedere che proprio a Cefalù il loro destino è peggiore di quello dei precari degli altri Comuni, perché il nostro è in dissesto per colpa del solito capro espiatorio, Simona Vicari, che ha lasciato il Comune indebitato oltre ogni dire. E neanche la totalità dei Cefalutani meritano che si dica loro che il Comune presto non sarà in grado di assicurare quei servizi, che lo rendono utile ai cittadini e da essi è in cambio ripagato proprio per tali servizi.

Insomma, ci troviamo ancora una volta di fronte a una mistificazione oceanica, che viene utilizzata per non lasciare trasparire un colpevole. Tutti non colpevoli, ma nessuno innocente! E sì, perché non colpevolezza e innocenza sono termini ben diversi: il primo termine indica chi non compie i misfatto, l'altro indica colui che interviene per impedirlo o per rimediarvi. Se, però, tale intervento non c'è o se è improvvisato, non si è innocenti e inutilmente si indicano altri come colpevoli. Così, indicare un capro espiatorio rende forse non colpevoli, ma non innocenti. Peggio accade, quando, com'è accaduto a Cefalù, pur avendo la possibilità di evitare le estreme conseguenze delle colpe di qualsivoglia capro espiatorio del passato, non si agisce con la dovuta intelligenza delle cose e con competenza.

Voglio dire, la responsabilità della dichiarazione di dissesto finanziario non è del passato, ma di chi lo ha dichiarato, pur avendo l'appiglio giuridico – la legge salva comuni – per evitarlo. Pertanto, se oggi i precari del Comune sono sotto la spada di Damocle dell'allontanamento e i cittadini ridotti a un Comune incapace di fornire servizi essenziali, una colpa c'è ed è evidente. Ne prendano atto i dipendenti precari e i cittadini tutti e non si lascino ingannare ancora con proroghe varie o con il famoso gioco dello scaricabarile, anche perché, se si lasciano ingannare, le conseguenze ricadranno sui loro figli.