3 Aprile 2013, 09:43 - Giovanni Biondo [suoi interventi e commenti] |
Venerdì Santo. Il rumore stridulo della troccola. La vara dell'Addolorata che si ferma davanti all'"Annunziata".
Tutto accade nello spazio di pochi metri, per pochi lunghissimi secondi. La processione del dolore si è arrestata come sempre davanti al portone, ma non sarà come le altre volte.
Il tempo si raggela. Erano gli anni 50-60; la vara veniva spinta giù dalla chiesa dove era stata ad aspettare un altro anno intero. Giù nella strada, i due fratelli Biondo con i loro polsi potenti, pronti a sorreggere le stanghe che avrebbero equilibrato il peso della vara, che veniva fatta scivolare giù dal piano sollevato della Chiesa. Era l'unico modo per uscirla, dopo aver divelto l'inferriata.
Quella mattina, come ogni anno, la Madonna era stata spostata dalla nicchia fino a terra sul pavimento della chiesa; la si doveva, infatti, vestire per la processione della sera. Anche il Sindaco, come al solito, era venuto a visitarla per renderle omaggio. Per far ciò allora, il primo cittadino doveva compiere solo pochi passi visto che, fino al 17 aprile del 1964, il Municipio, prima del rovinoso crollo, era accanto alla chiesa, dove oggi c'è la Corte delle stelle.
La preparazione per la processione prevedeva la vestizione con il manto, che era stato riposto con cura l'anno precedente, incimato con carta velina e profumato, strato su strato, con carezze di naftalina e foglie di alloro. Sovraintendeva la perpetua con gesti prudenti, carichi di rispetto e d'amore. I lacci per avvinghiare il mantello al corpo, e contrastare i capricci del vento, il pugnale infisso al petto, e per finire, l'antica corona argentea, posizionata sul capo con millimetrica precisione. Ecco, tutto era pronto per lo straziante incontro con il Figlio morto, l'apice del dramma portato in corteo per le vie della Città.
Tutte queste immagini, venerdì sera, scorrevano come un film sullo schermo dei nostri occhi umidi. Sembrava, perfino, si avvertisse l'odore del vino cotto con le arance ferite dai chiodi di garofano, che a quei tempi, accompagnava la vara in processione.
Storia ancora viva, lungo un percorso che non è iniziato oggi e che si sposta in avanti, per chi sa, quanto tempo ancora.
E' bastato lasciare aperto il portone dell'Annunziata. La luce fioca ha colto l'Ecce Homo nella cripta raggomitolato su se stesso dal dolore...
Una Chiesa anche se sconsacrata, non smette di essere "Chiesa", almeno finchè la sua sacralità è rispettata dall'affetto,dal ricordo e dalla devozione dei fedeli.
L'Annunziata, una "Chiesa speciale", patrimonio di tutti, che si interpone fisicamente come una pausa, agli altri edifici commerciali e alle abitazioni del Corso Ruggiero; un avamposto strategico sulla strada, per rispondere a quell'irreprimibile "necessità di sacro" degli uomini.
All'Annunziata, ultimi giorni, fino al 7 aprile, per visitare la mostra "Passio Christi", a cura del Gruppo Professione, Fede e Cultura, nella Parrocchia Cattedrale. Apertura tutti i giorni dalle 17,30 alle 20,00.
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Commenti
Saro Di Paola -
"quel film che scorre ......"
Quel "film che il Venerdì Santo scorre davanti ai nostri occhi umidi",
bagna di lacrime le mie guance quando, dalle cantuniere di Piazza Duomo,
vedo spuntare la vara della Madre e quella del Figlio.
Quel film è uno dei miei legami più forti con Cefalù.
Un legame che allungo ad amici cifalutani che risiedono lontani.
Quando il corteo si comincia a muovere da sotto la scalinata,
prendo il mio cellulare, mi metto vicino ad una delle bande,
faccio i numeri dei loro cellulari, li chiamo.
Non parlo : la mia voce sono le struggenti note della banda.
A quelle note non sovrapponiamo la nostra voce.
Lontani come siamo, avvertiamo la commozione.
L'uno dell'altro.
Dopo mi richiamano.
Per ringraziarmi.
Li ho fatti sentire a Cefalù.
Gianfranco D'Anna -
Grazie Giovanni
Grazie per questa splendida pagina
Grazie per avermi fatto ri-vivere le "immagini" di questa toccante processione alla quale quest'anno non ho potuto assistere
Grazie per avermi dato modo di conoscere la Storia che vi è dietro la preparazione della vara dell'Addolorata