Per disperazione abbiamo raggiunto Marte

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Novembre 2016, 16:22 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ancora la notizia non è trapelata, ma sembra che l'uomo abbia già messo piede su Marte. Non solo l'uomo in generale, ma un folto gruppo di scienziati e di colonizzatori. Uomini stanchi di vivere su questa Terra, che ogni giorno di più si autodistrugge, e quindi speranzosi di creare un mondo nuovo su un altro pianeta. Un mondo in cui regni la Giustizia e l'ardore per la conoscenza; un mondo non insensibile alla verità, com'è diventato il mondo sul pianeta Terra.

Abituatisi all'atmosfera di Marte, costruirono un primo rifugio per se stessi e per le loro cose, fra le quali tantissimi erano i libri.

Trascorsi alcuni giorni, quando credettero di essere pronti a scoprire il nuovo pianeta, si divisero in due gruppi, che si allontanarono dal campo in direzioni opposte. Avanzarono quasi per l'intera giornata, quando uno dei due gruppi, superato un monte, si ritrovò di fronte a quella che poteva definirsi una città simile a quelle terrene. C'erano case con i tetti rossi, dominate da una costruzione più imponente, che le sovrastava. Accanto scorreva un fiume, le cui acque alimentavano un grande lago.

La loro meraviglia non riusciva a trovare espressioni verbali, ma traspariva dai loro occhi, venata solo un po' da una certa paura provata di fronte a ciò che nessuno di loro si aspettava.

Dopo qualche minuto di smarrimento, che li tenne bloccati, decisero di avanzare e di entrare in quella città. Non c'erano mura né porte. Entrarono e, percorrendo una strada lastricata e deserta, giunsero finalmente in una grande piazza, dove c'erano esseri somiglianti a loro, che sembravano uomini e non i favolosi marziani. Costoro, appena li videro, si avvicinarono incuriositi e quasi li circondarono, ma le loro intenzioni non erano bellicose, anzi. Un del gruppo parlò, ma le sue parole erano incomprensibili, per cui uno dei nuovi arrivati disse un “non capiamo”, di fronte al quale i marziani – li chiamo così, nonostante fossero assai simili agli uomini – si limitarono a parlare sottovoce fra loro e alla fine, quando finì il loro parlottio e sembrarono d'accordo su qualcosa, lo stesso, che aveva parlato prima in un linguaggio incomprensibile, nella lingua del lemma “capisco” così disse:

Voi venite sicuramente dalla Terra. Anche i nostri antenati vennero un giorno dalla Terra. Sono ormai trascorsi millenni e su quella decisione è ormai prevalsa una strana favola di un intervento salvifico di un Essere, che qui chiamiamo Lux. Il nome ad alcuni di noi non sembra appropriato, perché più che luce, a noi sembra una fonte di buio per le menti. Siamo però una minoranza, che non riesce ad altro, se non a farsi indicare come una genia di gente inaffidabile e pericolosa. Quale sarebbe il pericolo, nessuno di noi l'ha ancora capito.

Ma parlateci di voi e diteci, soprattutto, come avete fatto a raggiungere il nostro pianeta e con quali intenzioni.”.

Anche noi sulla Terra vivevamo in una situazione simile. Convinti che questo pianeta fosse disabitato, dopo anni di tentativi siamo riusciti a raggiungerlo, con l'intenzione di dare vita a una società della Ragione e della Giustizia. Sembra, però, che non soltanto esso non è disabitato, ma che coloro ce vi vivono hanno formato una società simile a quella, dalla quale siamo fuggiti.”

Anche i primi abitatori di questo pianeta vennero dalla Terra per le vostre stesse ragioni – cioè per fuggire da un pianeta abitato in maggioranza da mediocri – e per dare vita a una società più giusta e più sincera, ma con il tempo le cose sono cambiate. Oggi non c'è più amore per la verità e non tutti fanno un uso del loro intelletto. In maggioranza sono diventati mentitori e irrazionali.”

Intervenne un altro dei marziani: “Non è soltanto pigrizia, ma disonestà intellettuale. Facendo leva sulla paura innata dell'incognito, hanno assuefatto le menti e le coscienze a leggi morali o a comandamenti, rivelati da Lux. In forza di tali comandamenti giudicano blasfemo l'uso della ragione e impongono scelte e comportamenti, che spesso vanno contro la ragione. Alcuni di noi sono convinti che delle menti dei viventi non ci si può fidare, perché essi rispettino le leggi morali, sulle quali la società basa la sua esistenza e la pacifica convivenza degli uomini. La loro, però, è soltanto sfiducia nelle coscienze e nella ragione dei viventi, per cui ammettono la necessità di questo tipo pericoloso di dogmatismo.”

Non si accorgono” riprese il primo, che aveva parlato “che in questo modo nel corso dei secoli ci si è sottomessi alla volontà altrui. Per esempio, noi e costoro, insieme credendo nella forza del diritto, abbiamo scelto chi deve imporlo. La scelta, però, non poteva che essere sbagliata, visto che a prevalere sono i peggiori, essendo essi la maggioranza.”

Intervenne un terzo, che fino ad allora era rimasto in silenzioso ascolto: “Per questa ragione ci ritroviamo con a capo un uomo, che accentra a sé ogni decisione, al punto di valutare persino le inezie. Così accentratore, che si circonda di inetti, pur di essere egli soltanto l'uomo che decide. E più decide, più si convince d'essere egli stesso Lux.

Allora dobbiamo sopportare i suoi inganni, come se fossero verità assolute. Inganni, ai quali la maggioranza mostra di credere, talvolta per un tornaconto personale e talvolta per innata viltà, ma mai per una valutazione razionale.

Quando siete arrivati voi, stavamo discutendo della possibilità di raggiungere un altro pianeta disabitato, per vivere liberi e secondo Giustizia. A quel che sembra, però, il problema non è soltanto di Marte, ma anche della Terra. A questo punto, non so che cosa consigliare.”

Ho riflettuto sulle vostre parole” disse uno scienziato terrestre “per cui credo che la soluzione, considerando anche l'identica situazione della Terra e la non possibilità di vita in altri pianeti del Sistema Solare, dobbiamo cercarla fuori da esso, in altri sistemi simili nell'Universo. Non sarà facile, ma unendo le nostre forze potremmo farcela. Se non per noi, per le generazioni future.”

La soluzione piacque a tutti e fu stretto un patto fra i terrestri e i marziani, che intanto formarono un gruppo di studio, dopo essersi ricongiunti con gli altri terrestri. In questo momento li si può vedere chini sui libri e nei loro laboratori, mentre cercano di guadagnare una vita migliore, libera e giusta.

Commenti

Mai libertà e giustizia in nessun angolo dell'universo potremo trovarle, anche se lotteremo con tutte le nostre forze, perché i limiti della natura umana troppo spesso bloccano le sue straordinarie capacità. Tuttavia, la ricerca non è mai inutile né fine a se stessa. Se l'impegno per il superamento della pigrizia insita nel nostro essere qualora, come purtroppo io credo, dovesse fallire, avrà comunque dato un senso alla nostra vita. Perciò, se quel gruppo di studiosi col capo chino sui libri nei loro laboratori esistesse davvero, è lì con loro che vorrei trovarmi, al di là delle mie realistiche consapevolezze.