13 Novembre 2016, 10:44 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
CURRENTI CALAMO PAULO MAIORA CANAMUS
(Con la penna che corre cantiamo argomenti un po' più elevati - Virgilio)
Riporto, qui, il pensiero di un uomo della strada: il mio.
Voci. Voci di corridoio, di sala, di popolo, recanti notizie, timori, sentiti dire, decisioni imminenti da parte di chi "può", da parte di chi "è"; più o meno concrete, ipoteticamente attendibili, spesso fasulle, ma correnti.
Voci, sempre voci. E la coscienza pubblica ne è toccata, flessa, abbattuta, frastornata; vive fra esaltazioni e scoramenti, fra lungimiranze ed aride constatazioni, fra certezze matematiche ed algebriche insicurezze, fra dubbiose considerazioni sulla razionalità di chi è nella stanza dei bottoni e fortunose speranze che le notizie propalate siano dovute alla falsa interpretazione di chi le ha sentite, incrementate e riportate.
Notizie ripetute nel tempo, dibattute nei circoli, riesumate, riproposte, rimbalzanti, che spuntano ad intervalli irregolari come i funghi prataioli a Novembre: "all'Ospedale Giglio si voglion chiudere alcuni reparti". Un po' è il punto nascite ad esser preso di mira, un po' la cardiologìa, un po' l'urologìa; o questo o quell'altro settore, insomma. E, di rimbalzo, smentite, interpellanze alla Regione, opposizioni, raccolta di firme, seminari, contrasti, incontri, sit in, fermenti, proteste; e ripensamenti correttivi, attesi il coro popolare, discontinui mutamenti di avviso e quant'altro.
Insomma, il punto nascite si chiude o non si chiude?. Se verrà chiuso i nuovi pargoli saranno di matrice termitana, palermitana, messinese, o di dove? Lo spauracchio comune è che si possa ritornare a partorire in casa con la levatrice, in condizioni di igiene e di sicurezza precarie. La cardiologìa che futuro avrà? Sarà potenziata o demolita? E l'urologìa?
L'ospedale Giglio conserverà solo un Pronto Soccorso ed una guardia medica e per il resto si dovrà andare altrove?
Non c'é peggio di cosa possano generare le voci di corridoio!
Notizie assurde in una dimensione culturale piena di contraddizioni, come l'attuale.
È una vita che tali argomenti vengono a tratti alla ribalta, dibattuti come decisioni di imminente attuazione, seguiti da smentite, da prese di posizione, dall'una e dall'altra parte, imponendosi il tutto con apparente veridicità e determinando nell'opinione pubblica palesi timori e concitate repulse.
Ma ci si rende conto che l'ospedale "Giglio" di Cefalù rappresenta un polo sanitario a cui fanno ricorso molti paesi madoniti, se non addirittura, data la sua indiscussa importanza, anche altri centri di provincia e capoluoghi?
Ci sono stati dei momenti storici in cui i reparti del nosocomio hanno raggiunto potenzialità verticistiche di indubbia rilevanza operativa. Ci si rende conto della valenza dei Sanitari venuti da Roma, da Milano e da altrove a potenziare i settori, per non parlare, poi, di quelli nostrani che non stanno indietro ai luminari intervenuti?
Come può pensare o decidere, la Regione, o chi per lei, di fiaccare l'alto grado di riconosciuta efficienza di un centro operativo di sì alto interesse in una economia plateale, nostrana e del circondario, che a tale struttura fà con fiducia ricorso? Struttura che molto spesso ha evitato ed evita tanti viaggi della speranza al Nord della nostra nazione ed all'estero?
Una ipotetica "demolizione" settoriale del genere, come quella ipotizzata, temuta e contrastata, ma fortunatamente mai concretizzata, inficerebbe la salute pubblica e vanificherebbe le valenze di quanti, con scienza e coscienza, vi operano; valenze professionali nostrane, che, attesa la incertezza latente che minaccia la vitalità del complesso sanitario, sono spesso costrette a trasmigrare in altri centri, se non addirittura all'estero, in cerca di una realtà lavorativa più concreta che assicuri un maggiore sviluppo alle proprie aspirazioni ed alla propria esperienza.
Come non evidenziare fra queste, professionisti, impegnati in vari settori e contraddistinti da incarichi diversi, come Boniforti, Barranco, D'Angelo, Amoroso, Spada, Angileri, Castronovo, Spitale, De Rosa, Cardillo, Di Lucia, La Placa, Terregino, Musotto, Sortino e tanti altri, instancabili nell'espletamento delle proprie mansioni e dotati, nel tratto, di umanità e competenza, le cui professionalità verrebbero irrimediabilmente disperse, annullate e perdute in una economia comunitaria che vive della costanza di tali apporti?
Ciclicamente le notizie di chiusura di alcuni reparti rimbalzano, quindi, come palline di ping-pong e, naturalmente, non mancano mai di agitare l'opinione pubblica; voci scaturite da necessità economiche e gestionali o da quant'altro.
Ma personalmente voglio sperare che tali voci rimangano sempre allo stato larvale e che non si realizzino mai per non inficiare la sicurezza di quanti considerano la struttura Giglio di Cefalù un efficace e valido presidio atto a salvaguardare la sicurezza della propria salute.
Cefalù, 13 Novembre 2016.
Giuseppe Maggiore
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