11 Novembre 2016, 10:34 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ieri alle Terrazze di Mondello si è aperta VI Conferenza Internazionale sulle Terapie Innovative per la cura dei Linfomi Maligni.
Il programma dei tre giorni di conferenze può leggersi nel seguente PDF: Programma_6th_Lymphoma_Palermo_27.10.pdf
Ieri, oltre a un nutrito gruppo di ricercatori, provenienti da tantissime università di tutto il Mondo, erano presenti il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, e medici e radiologi legati in vario modo all'oncologia dello stesso ospedale.
Nel pomeriggio si sono avuti gli interventi di Alberto Riggi, dell'Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, e di Alessandro Stecco, del Dipartimento di Radiologia “Maggiore della Carità” di Novara.
Ha chiuso il ciclo delle conferenze la lectio magistralis di Hersch Chandarana del Dipartimento di radiologia della Scuola di Medicina dell'Università di New York.
L'intero tre giorni del workshop lascia prevedere altre interessantissime conferenze, che daranno informazioni sul grado raggiunto dalla ricerca e sui prevedibili positivi sviluppi delle cure per combattere il cancro. Esse, quindi, per la loro valenza e per la loro importanza, interessano tutto il Mondo. Ma interessano particolarmente Cefalù e il proprio Ospedale, che ha in programma lo sviluppo del suo reparto oncologico, fino a farne un'eccellenza per la ricerca e la cura dei tumori. Si tratta, come avevo preannunciato poco tempo fa, dopo un colloquio con il presidente Albano, nel seguente intervento https://www.qualecefalu.it/node/19968, di un notevole passo avanti verso la realizzazione di quello che definii il suo “sogno”.
Tra gli altri, infatti, era presente Riccardo dalla Favera, della Columbia University di New York. Nella foto è di fronte a me durante il colloquio, che ha avuto con me e in cui mi ha confermato la sua disponibilità a dare il suo contributo alla ricerca dell'ospedale Giglio, nel momento in cui il progetto presentato al Ministero darà la sua approvazione, che sarà seguita poi dai finanziamenti europei. Se si guarda al curriculum di Dalla Favera, si tratta certamente di una grande occasione.
Egli ha messo la firma su ricerche pionieristiche che hanno rivoluzionato la cura dei tumori ematologici, dalla chemio ai nuovi farmaci intelligenti. Una su tutte la scoperta, nell'82, del primo gene alterato nei linfomi. Dopo cinque anni nel Maryland al National Cancer Institute, nel 1983 il primo gruppo di ricerca indipendente alla New York University, è entrato nell''89 alla Columbia dove ha contribuito a fondare l'Institute for Cancer Genetics che dirige dal 1999. È sua la seguente affermazione, frutto delle sue ricerche: "Attenzione parlare di predisposizione genetica è sbagliato. Non è il genoma di una persona ad essere 'malato', ma la cellula che fa degli errori da cui nasce il tumore. Il nostro bersaglio dunque non è il Dna del paziente, bensì il Dna del suo tumore".
Da questa sua riflessione, è nata l'oncologia personalizzata. Dice, infatti, Dalla Favera: "Se in passato curavamo il cancro somministrando veleni che uccidevano tutte le cellule che proliferano ora possiamo intervenire con medicinali al bersaglio da abbinare alla chemioterapia". E più la ricerca avanza, più la mira si affina. Dai farmaci intelligenti ai 'super intelligenti': "Un paio di nuove molecole dirette contro i geni del cancro sono arrivate ai test clinici e i primi nuovi farmaci saranno disponibili entro un paio d'anni", spera lo scienziato. Perché se "il 40-50% dei linfomi diffusi a grandi cellule è attualmente curabile", l'obiettivo finale è salvare anche la metà che oggi non ne esce.
Quest'Uomo, che rifiuta di essere definito un cervello in fuga, perché la ricerca è un ponte, che attraversa gli oceani, darà il suo contributo, insieme al direttore scientifico Lagalla, alla rinascita del nostro Ospedale e al suo ingresso, finalmente, nel firmamento dell'eccellenza. Dobbiamo essere grati, per tutto ciò, al sogno del presidente Giovanni Albano, ma soprattutto al suo impegno per trasformarlo in realtà. Un impegno, che, con la collaborazione del direttore generale Vittorio Virgilio, del dottore Massimiliano Spada e di altri medici e infermieri, è sul punto di premiarlo. A essere premiato sarà, alla fine, il numero delle persone, che troveranno proprio nel suo ospedale la salvezza. A essere premiata sarà pure Cefalù, che sarà ricordata ovunque non per le sue sagre mangerecce, ma come luogo di salvezza da un male forse non più incurabile.
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