Il Sindaco per cui mi sarebbe piaciuto votare - 1ª Parte “La Macchina”

Ritratto di Pino Lo Presti

10 Luglio 2012, 00:00 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Il Sindaco per cui mi piacerebbe votare - 1ª Parte “La Macchina”

Naturalmente quanto di seguito non vuole essere un Programma; solo alcune note, parziali ed incomplete, su Principi che mi piacerebbe però ritrovare in ogni Programma

1° LA MACCHINA

Penso sia di comune buon senso ritenere che prima di decidere dove andare occorra un “veicolo di trasporto” efficiente, dunque, ancor prima che un bravo autista (con delle sue mète, all’interno - possibilmente - di una illuminata visione), ritengo sarebbe opportuno che fosse un “buon meccanico” o uno che se ne intenda di “meccanica”; ancor più in una situazione internazionale, nazionale e regionale in preda ad un clima instabile, e attraversata da varie tempeste.

Già in una condizione di massima serenità delle condizioni “metereologiche”, la “macchina” comunale cefaludese andrebbe rottamata.
E’ inutile qui ri-descriverne gli sfasci.

Ma qualunque esperto, ad esempio, di tecnica aziendale alla lunga fallirebbe nello scopo quando questa azienda-macchina non fosse oleata-vivificata dal ritrovarsi immersa in un tessuto sociale culturalmente maturo e democratico; fallirebbe chiunque ritenesse che alla efficienza della organizzazione “interna” non fosse indispensabile stimolo ed alimento una diffusa cultura di “cittadinanza attiva” intorno!

1°. 1. - La Efficienza

Da cittadino, non saprei quali accorgimenti e misure in particolare chiedere, nel merito della specifica gestione aziendale (per mia incompetenza), a chi auspicabilmente abbia una tale preparazione manageriale, e una tale conoscenza dei nostri uffici comunali e dei loro segreti, da essere in grado di coordinarli tra loro -  e questi con la Amministrazione - ottimizzandone le risorse umane e gli strumenti normativi (che dovrebbe conoscere a menadito); un signore che fosse, ancor più, anche aggiornato sulle esperienze degli altri comuni d’Italia sulle loro applicazioni e sulle necessità di loro modifiche ed innovazioni.

Da cittadino però, ad un tale uomo, alcune cose particolari mi sentirei di raccomandare e non perchè forse le più importanti ma perchè, così soggettivamente, proprio ci terrei:

1°.1. 1. - La prima sarebbe di invertire la tendenza - da anni in atto nel nostro Comune (ma non solo) - di sgravarsi del maggiore numero di responsabilità in quanto attiene la gestione dei vari servizi ai cittadini e dei loro beni.
Mi piacerebbe votare per un Sindaco che ritenesse la “macchina” comunale come  il centro piuttosto della gestione e della progettazione di tutto quanto riguarda la vita e gli interessi collettivi dei cittadini e che, anche quando sia conveniente ed opportuno una loro conduzione in consorzio con altri enti, ritenesse un impegno ineludibile quello di mantenervi - all’interno di quel consorzio - un ruolo vigile e protagonistico.

Da questo Principio deriverebbe anche la necessità della dotazione di un apposito Ufficio preposto a seguire quotidianamente la emanazione di Bandi, o di altre opportunità, (europei, nazionali, regionali, di enti pubblici o privati), utili a finanziare gli eventuali progetti.

Ai detrattori del “Pubblico” a favore del “Privato” mi sentirei di dire che il Pubblico può essere efficiente quando sia realizzato:

a) il principio che la permanenza in un ruolo è giustificata solo dal suo effettivo ed efficiente svolgimento,
b) il principio della Trasparenza per cui un qualsiasi cittadino o associazione di cittadini possa avere accesso in tempo reale a qualsiasi informazione relativa ad atti e situazioni di interesse pubblico.

1°.1. 2. - La seconda sarebbe quella di fare in modo che siano sempre individuabili le responsabilità dei vari uffici, e dei singoli al loro interno, e chiari gli eventuali onori ed oneri (e, se il caso, pene).

1°. 1. 3. - La terza sarebbe quella di potenziare adeguatamente, nei modi possibili (la Polizia Municipale in primis), la capacità di controllo del territorio sia in attuazione dei disposti normativi, sia come prevenzione di abusi, sia come “vicinanza” ai cittadini; essi infatti hanno bisogno di una “via breve” di comunicazione con l’Amministrazione per lamentele, segnalazioni, informazioni, dirimere questioni di vicinato, etc ...

1°. 1. 4. - Mi sentirei di raccomandare anche la creazione di un Ufficio legale del Comune che sarebbe bene fosse dato in appalto temporaneo (rinnovabile in base agli esiti) a consorzi di avvocati, in cui sia attivo un ufficio di conciliazione volto ad eliminare preventivamente contenziosi inutili.

1°. 1. 5. - Infine, la creazione di un Catasto aggiornato dei beni comunali (terreni, immobili, vicoli, regie trazzere, etc...) individuando i casi in cui, nel tempo, si siano verificati illegittimi incameramenti da parte di privati e non.
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1°. 2 - La Cittadinanza Attiva

Ma qualunque esperto, ad esempio di tecnica aziendale, alla lunga fallirebbe nello scopo quando questa azienda-macchina non fosse oleata-vivificata dal ritrovarsi immersa in un tessuto sociale culturalmente maturo e democratico; fallirebbe chiunque ritenesse che alla efficienza della organizzazione “interna” non fosse indispensabile stimolo ed alimento una diffusa cultura di “cittadinanza attiva” intorno; indispensabile non solo per il necessario controllo popolare sul corretto funzionamento della macchina pubblica ma anche per la sua produttività progettuale!

In tale senso, appare irrinunciabile un forte investimento, nel medio e nel lungo termine, nella creazione di una cultura, socialmente diffusa, che abbia al centro i valori della Appartenenza, del Bene comune e del Fare insieme nel suo interesse.

Occorrerebbe, in proposito, recuperare il valore, oggi dimenticato, dell’Onore, attraverso il suo giusto riconoscimento pubblico (in estensione al mero principio della sola gratificazione economica oggi imperante), per chi compia attività volontarie ad esclusivo servizio pubblico.

1°. 2. 1 -  Il Riconoscimento del ruolo di Cittadino/a.

Occorrerebbe partire dalla prima infanzia con luoghi preposti alla aggregazione in funzione della espressione creativa, con la creazione, ad esempio, di ludoteche dove anche i genitori possano avere un ruolo da protagonisti ed avere la possibilità di incontrarsi tra loro.

Occorrerebbe in tutti i modi favorire l’associazionismo culturale e sociale no-profit con la realizzazione della Consulta (preferibilmente con sede alla Corte delle Stelle), e sostenere i Comitati di contrada, sia in quanto presidio di socializzazione e custodia di alcune tradizioni religiose campestri, sia in quanto presidio di controllo del territorio; ma il giusto rispetto, e quindi ascolto, occorrerebbe dare anche a tutte forme di aggregazione di cittadini come quelle dei Comitati spontanei che sorgano in occasioni particolari su specifiche problematiche.

Soltanto una sana socialità potrà produrre una sana esperienza di ciò che è altro da sè, e quindi una sana cultura della vita.
Soltanto da una sana cultura della vita - in particolare sociale - potrà derivarne una sana politica e, da questa, infine una sana economia.

1°. 2. 2. - La Informazione

Un sano protagonismo dei cittadini nella vita sociale si alimenta però anche attraverso la informazione.
Essa non implica solo la trasparenza (accesso agli atti pubblici in tempo reale) e la diffusione attiva da parte della Amministrazione di tutto quanto di interesse pubblico avviene nella casa comunale ma anche la consapevolezza dello stato delle cose.

L’Amministrazione dovrebbe farsi parte attiva (con la collaborazione delle Facoltà di Statistica e di Sociologia) di fornire un quadro approfondito ed aggiornato delle caratteristiche e dei fenomeni sociali ed economici della città (movimenti della popolazione in entrata ed in uscita, composizione per fasce d’età e per residenza, uso delle abitazioni:  se vuote o in affitto e se a turisti o residenti, rapporto nella occupazione tra lavoratori locali e forestieri, scolarizzazione, principali fonti di reddito, etc...) perchè qualunque riflessione per un progetto credibile non può che basarsi sullo stato di fatto e sui suoi processi tendenziali.
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Quanto fin qui accennato naturalmente vale o varrebbe per una qualsiasi comunità indifferenziata come condizione di partenza per decidere dove andare. Prossimamente ci porremo la questione della scelta di dove potrebbe o meno andare Cefalù.