9 Ottobre 2016, 13:43 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Cefalù non è un paese di eroi, ma di talpe. I pochissimi eroi, che vi vivono, hanno vita difficile, quasi impossibile. Camminano per le strade e dalle talpe, rintanate nelle buche profonde delle strade e delle loro case, vengono additati a distanza come se fossero i nemici della società e dei cittadini.
Ognuno di questi eroi, per dirla con il Poeta, “coi vizi e i tiranni ardito ei giostra”, ma è creduto dalle talpe, per dirla con un altro grande Poeta, “cui nomi strani, e spesso/
Argomento di riso e di trastullo,/ Son dottrina e saper” come se si considerasse superiore a esse. È, per tale convinzione delle talpe, odiato.
Egli, l'eroe, viene giudicato non per i suoi argomenti, ma i suoi argomenti vengono giudicati falsi, non perché non abbiano superato l'esame logico e il confronto con i fatti, ma perché essi, per essere compresi, esigono che le talpe perdano la loro naturale cecità e possano così guardare e riconoscere alla luce del sole. Contro la cecità totale, purtroppo, non c'è nulla da fare.
In quegli oscuri antri, dove esse vivono, non c'è scambio di opinioni, ma chiacchiere da bar o da web, che è una più comoda sala da bar e non uno strumento per moltiplicare le possibilità di accesso al sapere e le stesse facoltà dell'intelligenza. Questo non potrebbe farsi senza la fatica di guardare il sole e la realtà illuminata. È più facile immaginare che la realtà sia come essi la credono e non com'è. Non riescono a immaginare che esiste il senso della vista e danno del mentitore a chi dice di aver visto.
E l'eroe altri non è, se non colui che ha visto e descritto.
- Rubrica di Angelo Sciortino
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