Preoccupazioni di una cittadina, di una madre, di un’insegnante

Ritratto di Rosalba Gallà

1 Ottobre 2016, 17:58 - Rosalba Gallà   [suoi interventi e commenti]

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PREOCCUPAZIONI DI UNA CITTADINA, DI UNA MADRE, DI UN’INSEGNANTE
di Rosalba Gallà

 

SEMPLICEMENTE

 

Premetto che ho qualche responsabilità nella preoccupazione che mi accingo a manifestare, responsabilità che deriva dal fatto che vedo poca televisione, in maniera molto selettiva e, grazie alle nuove tecnologie, spesso assisto ad un programma saltando gli spot pubblicitari. Evidentemente, questo mio modo di relazionarmi alla TV mi ha fatto perdere qualche passaggio e mi ha messo in una condizione di fragilità di fronte a quello che definirei un bellissimo (e io non uso frequentemente i superlativi) spot pubblicitario in cui casualmente mi sono imbattuta.

Sono stata catturata immediatamente dalle prime note musicali, dall’accattivante voce fuori campo, dalle immagini, dal messaggio che mi ha messa in una situazione di ansiosa attesa, sicura di arrivare ad una Pubblicità Progresso di forte impegno sociale e civile.

Riporto il testo dello spot con i caratteri maiuscoli, inserendo tra parentesi l’evolversi dei miei pensieri, mentre tutti i miei sensi seguivano il flusso delle parole e delle immagini.

 

SÌ, LO CONFESSO, SONO UNO CON LE IDEE CHIARE. POCO RAZIONALE, MA CHE SA PENSARE CON LA SUA TESTA, UNO EMOZIONALMENTE PRAGMATICO, CHE VALUTA QUANTO VALGONO E COSTANO LE COSE E PRETENDE CHE QUESTA EQUAZIONE SIA... SEMPLICEMENTE GIUSTA (Interessante questa sintesi di ragione ed emozione nella ricerca di una giusta equazione, questa ricerca del valore delle cose tenendo conto dei costi che comportano, costi non solo materiali, ma anche morali: emozionali, appunto…).  CONFESSO ANCHE CHE CREDO NELL'INVENTIVA UMANA, MA COMINCIO A ODIARE LA SUPERFICIALITÀ IN CUI SGUAZZA QUESTA SOCIETÀ (Ecco, finalmente, qualcuno vuole dare il giusto peso a ciò che veramente caratterizza l’essere umano, la sua inventività, il suo pensiero divergente, la sua razionalità creativa…). FOLLOWERS, LIKES, LOVERS, E TUTTE QUESTE GENERAZIONI PREOCCUPATE SOLO DI PIACERE (Avrei evitato le “esse” del plurale inglese, ma è un messaggio fondamentale per le mie figlie e, soprattutto, per tutti i miei alunni: è quello di cui discutiamo spesso in classe, su cui riflettiamo, e cioè l’importanza di essere se stessi nella vita reale, di non scambiare le relazioni virtuali dei social per vita vera, per reale approvazione, per reale solidarietà. Forse è il caso di far vedere questo spot in classe, utilizzando la LIM, perché la musica, le immagini, la voce sottolineano in maniera magistrale ciò in cui io credo e che voglio trasmettere ai miei ragazzi…) INVECE DI RESPIRARSELA LA VITA (Respirare la vita… è quello che ho sempre pensato e detto… il respiro che ti fa assorbire la realtà e te la porta dentro… Penso al film L’attimo fuggente… “succhiando tutto il midollo della vita”). E LO SO, SONO UN PO’ DEMAGOGICO, MA IN CHE RAZZA DI MONDO VIVIAMO! (Quante volte me lo sono chiesto, come cittadina, come  madre, come insegnante… in che modo viviamo?). CIÒ CHE CONTA DAVVERO SONO I VERI VALORI, LA LORO ASSENZA CREA IL VUOTO (Ecco… quello che ripeto ai miei alunni, citando Violante, “l’indispensabilità dei valori, l’irrinunciabilità dei diritti, l’inderogabilità dei doveri”…). ECCO PERCHÉ LOTTO PER CIÒ CHE CREDO, PER CIÒ CHE DESIDERO, CHE AMO E CHE MI FA BATTERE IL CUORE (L’impegno sociale, civile, per ciò in cui si crede, ancora la sintesi tra ragione e cuore, tra scelte razionali ed emotive…). CONFESSO CHE NON CERCO L'APPROVAZIONE DI NESSUNO E ME NE FOTTO DI CIÒ CHE GLI ALTRI PENSANO DI ME (Linguaggio che non userei in classe, ma che può risultare incisivo… è importante non farsi condizionare dalle tendenze massificanti e omologanti della società attuale…). IO SO CHI SONO, QUELLO CHE POSSO... E QUELLO CHE POSSO, LO VOGLIO... SEMPLICEMENTE!

Brevissima pausa, una frazione di secondo… la voce pronuncia il nome di una casa automobilistica e aggiunge qualcosa in quell’inglese, per me enigmatico, degli spot. Contemporaneamente compare il marchio.

Il mio cervello si blocca, è ‘in panne’ (cosa che non accadrà mai a quell’automobile)… ‘sosto’ per qualche secondo nel vuoto… la delusione è infinita e lo scoramento cosmico.

Poi, lentamente, i miei neuroni si ‘rimettono in moto’, si ricreano le sinapsi e penso che il mio compito di madre e di insegnante è arduo, quasi titanico… Comincio a riprendermi e mi risuonano le parole dello spot: “Io so chi sono, quello che posso... e quello che posso, lo voglio... semplicemente!”

Sì, posso fare qualcosa per i miei ragazzi, figlie e alunni: anzi, kantianamente, devo, dunque posso!