23 Settembre 2016, 16:10 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
NON ANCORA FORMALIZZATA LA RICHIESTA DEL COMUNE DI VARIANTE DELLA GALLERIA DI SFOLLAMENTO DELLO SPINITO
Ci eravamo lasciati il 27 giugno u.s. con una relazione chiara, precisa, netta, disarmante, quella del Prof. Fabio Cafiso, presentata al Comune di Cefalù.
La relazione dell’Ing. Fabio Cafiso, professore di geotecnica all’Università di Palermo, chiamato a svolgere il ruolo di consulente del Comune, era stata di una chiarezza estrema, brutale quasi nelle sue conclusioni. “La galleria di sfollamento allo Spinito verrebbe realizzata su terreni scadenti, e pertanto sono possibili interazioni tra lo scavo e gli edifici sovrastanti, nonché quelli vicini. Proposto quindi che la galleria di sfollamento debba essere spostata in altro sito”.
In particolare, il Prof. Cafiso, ipotizzava nella sua relazione tre possibili meccanismi di interazione:
1. lesioni negli edifici e nella pavimentazione stradale per i cedimenti indotti dall’aumento delle tensioni efficaci nel terreno di fondazione a seguito del drenaggio della falda in fase di scavo
2. lesioni negli edifici e nella viabilità o danni ancora maggiori causati dallo scivolamento del materiale incoerente sotto falda dal fronte di scavo;
3. lesioni negli edifici e nella viabilità o danni ancora maggiori causati da un “fornello” in calotta.
Occorre dare atto al Sindaco Lapunzina, dopo avere ascoltato la relazione del Prof. Cafiso, di avere preso l’impegno dell’Amministrazione Comunale ad inviare ad R.F.I. in tempi brevi la richiesta di “variante progettuale” relativa alla galleria di sfollamento della progettata Stazione ferroviaria di Cefalù. Relazione, per il Sindaco Lapunzina, che costituiva quel “presupposto di carattere tecnico”, indispensabile per chiedere l’attivazione delle procedure di cui al Codice dei contratti pubblici. (v.comunicato del Sindaco del 28 giugno u.s.).
A distanza di quasi tre mesi, tale richiesta non è stata ancora notificata ad R.F.I., o per essere più precisi in burocratese, non è stata ancora formalizzata al Committente dell’opera, dovendo ottemperare a determinate procedure burocratiche.
Pur non di meno, pare, da alcuni contatti che ci sarebbero stati tra il Comune ed R.F.I., che tale perizia tecnica non sia condivisa da parte di R.F.I. Saranno comunque i tecnici di Italferr, ad essere chiamati a formulare delle controdeduzioni sulla relazione del Prof. Cafiso. Stando così le cose, ci riesce difficile immaginare come i tecnici di Italferr, possano smentire loro stessi, avendo approvato il Progetto esecutivo dell’attraversamento ferroviario di Cefalù, senza accorgersi delle problematiche geologiche dello Spinito, pur disponendo, già allora, degli stessi dati su cui ha lavorato poi il Prof. Cafiso.
Domande che si pone anche il Prof. Vincenzo Liguori, che è stato pure lui consulente del Comune. Addirittura, il Prof. Liguori ravvisa altri problemi, che andrebbero chiariti come, ad esempio, l’impatto ambientale delle gallerie di superficie (Mezzanino, Rio Pisciotto), il piano di mobilità all’interno dell’abitato nel quartiere dello Spinito per alleggerire il traffico dei camion.
Il crono programma per l’inizio dei lavori della galleria di sfollamento allo Spinito pare che fosse febbraio 2016. Alla luce di quanto riferito, è certo che i tempi slitteranno di parecchio, con riflessi sensibili sui costi. Vi è nel contempo una richiesta di referendum popolare presentata pochi giorni fa al Comune per realizzare la fermata metropolitana ad Ogliastrillo. Pare che il Comune non disponga di un regolamento referendario. Ora, vorremmo che in tutto questo ci fosse un pochino di coerenza e di impegno, da parte di tutti i soggetti che, a diverso titolo, sono interessati su come il progetto in questione verrà realizzato.
Non possiamo stare con un cantiere bloccato per anni ed anni, con uno sconvolgimento del territorio che comporta non pochi disagi per gli abitanti, con riflessi negativi per gli operatori economici, ed un’immagine non certo piacevole agli occhi dei visitatori. A Palermo, recentemente, la rabbia dei negozianti per i danni subiti e i disagi dei residenti, ha costretto il Comune ad indire un incontro con il Prefetto e la Società realizzatrice dell’Anello ferroviario, per definire nei dettagli un nuovo crono programma, che obbliga l’impresa ad organizzare dei sottocantieri, con tempi stabiliti per ognuno di essi, da rispettare rigorosamente, attraverso anche l’assunzione di altre maestranze.
Quella dei sottocantieri è qualcosa che si può fare anche per la realizzazione di questa seconda tratta del raddoppio ferroviario Cefalù-Castelbuono, dopo la non esaltante esperienza dei lavori per la prima tratta (Fiumetorto-Ogliastrillo), iniziati nel 2004, e la cui fine è prevista, forse, nel giugno del 2018.
I residenti dello Spinito, vanno certo apprezzati ed incoraggiati per la loro determinazione nel cercare di scongiurare i grandi disagi in cui si sono venuti a trovare alcuni residenti di vicolo Bernava a Palermo, costretti a lasciare le loro case da quattro anni, danneggiate dagli scavi per la realizzazione dell’Anello ferroviario, vivere in affitto, con intoppi nei pagamenti del canone, e senza una prospettiva di quando verranno ricostruite le loro case.
Pertanto, è deplorevole, da quanto ci viene riferito, che qualcuno della Società realizzatrice dell’opera provi a creare allarme tra i residenti del quartiere dello Spinito, con illegali richieste di occupazione di spazi condominiali, prive delle previste ordinanze da parte dell’ente pubblico beneficiario dell’opera, e cioè R.F.I.
Come illegale è stato l’abbattimento di oltre 800 piante di ulivo secolari in contrada Fiume Carbone, senza la prevista autorizzazione da parte della Soprintendenza ai BB.CC.AA.
Cefalù, 24 settembre 2016
per il Comitato Ferrovia Impatto Minimo
(Salvatore Ilardo)
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