13 Settembre 2016, 21:16 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
L’OSPEDALE GIGLIO NON PERMETTEREMO VENGA SMANTELLATO
Nell’incontro che avrà luogo giovedì 15 settembre p.v. con l’Assessore Regionale alla Salute Baldo Gucciardi, l’Assemblea dei Sindaci, dei Presidenti dei Consigli comunali, dei tanti Comuni delle Madonie e dei Nebrodi, che si è tenuta a Cefalù lunedì 12 settembre u.s., è stato preso il solenne impegno di chiedere il ritiro del provvedimento, previsto dal Piano Sanitario regionale, di declassare l’Ospedale civico Giuseppe Giglio di Cefalù a presidio di base, dal suo attuale stato di ospedale di primo livello.
Ciò comporterebbe una chiusura di reparti fondamentali e di eccellenza, quali: oncologia, emodinamica, urologia, neurologia, chirurgia vascolare, nonché il punto nascite.
La sensazione che l’Ospedale Giglio di Cefalù non potrà accettare e o subire alcun declassamento, la si è avuta pienamente dalla nutrita e folta partecipazione di cittadini alla predetta assemblea del 12 settembre scorso.
Non era un’assemblea silente, passiva. Era composta da tantissimi cittadini provenienti da tutto l’hinterland madonita e dei Nebrodi, alquanto arrabbiati, determinati a far sentire la propria voce, la propria determinazione, affinché una struttura sanitaria di eccellenza, come l’Ospedale Giglio di Cefalù, non subisca alcun declassamento nelle sue prestazioni, anzi se ne accentui il suo carattere di eccellenza.
Dobbiamo ammettere che tale folta ed agguerrita partecipazione popolare ha fatto sentire in modo chiaro, netto, fermo e preciso la propria volontà, di non accettare nessun provvedimento normativo (nazionale e o regionale), che vada a detrimento dell’assistenza alla salute della gente, nel nostro Ospedale.
Coralità nella partecipazione popolare, sottolineata da tantissimi, sentiti applausi, ogni qualvolta i tanti oratori menzionavano la necessità che soltanto l’azione compatta dei cittadini potrà bloccare questo progetto “criminoso”.
Nessuna divisione politica, e l’invito a restare uniti, a prescindere dalla propria appartenenza politica e o di partito, è stata sottolineata tantissime volte nel corso dei numerosi interventi. Vi è stato anche il coraggio, e ne siamo convinti, di alcuni Sindaci, che hanno minacciato di uscire dal proprio Partito, e o di strappare la tessera, se il ridimensionamento dell’Ospedale di Cefalù dovesse avere luogo. Qualche altro Amministratore ha perfino minacciato di consegnare il proprio mandato nelle mani del Prefetto, se non ci dovesse essere una revoca di tale provvedimento.
La data del 12 settembre scorso (curiosa la vicinanza con la ben più nota data dell’11 settembre 2001), con l’Assemblea dei Sindaci ed una nutrita ed agguerrita partecipazione di cittadini, segna per noi una lezione alta di civiltà e di democrazia, una testimonianza di vita e di solidarietà umana. Una piazza gremita, attenta, di gente comune, che ha voluto dare prova dei legami stretti che debbono esserci tra loro e i propri Amministratori, per la difesa di un servizio essenziale, quello della salute, per trasformare il dolore e il bisogno, in speranza e certezza della salute.
Per entrare nel merito specifico della insensatezza del Provvedimento annunciato, di declassare l’Ospedale Giglio a presidio sanitario di base, non pochi sono stati i dati forniti dai diversi oratori sul bacino di utenza dell’Ospedale, che supera di gran lunga i parametri indicati nel Decreto ministeriale. Pazienti che provengono non soltanto dalla Provincia, ma anche da altre parti della Sicilia , per non contare i tanti stranieri ricoverati, trovandosi a soggiornare per vacanze a Cefalù.
Non va sottaciuto un altro aspetto importante, che è l’alta professionalità acquisita dal personale medico, che ha consentito di raggiungere in alcuni reparti, come quello della cardiologia e dell’emodinamica, la più bassa incidenza di casi di mortalità della Sicilia.
Un ospedale, quello di Cefalù, che era riuscito a superare momenti critici con l’avvicendamento dalla gestione del San Raffaele. Sono stati azzerati i non pochi debiti pregressi, per arrivare in questo ultimo biennio ad un significativo attivo di bilancio.
Come ha ricordato il Presidente della Fondazione Giglio Dr. Albano, proprio in virtù del superamento di tale congiuntura, l’Ospedale Giglio era lanciato ad istituire nuovi reparti, con l’oculistica, dermatologia oncologica, ma anche ad una sua radicale modernizzazione, con la completa digitalizzazione di tutto l’ospedale, per renderlo ampiamente fruibile, anche da casa. Con tali obiettivi, si era costituito un consorzio con enti, università, CNR, con l’intento di poter partecipare ad una programmazione europea, per introdurre quante più innovazioni nell’ospedale.
“Avevamo un sogno di rendere questa struttura sempre più competitiva”. “Il Decreto Balduzzi significherà la fine di un sogno”.
Ebbene, Presidente Albano, noi cittadini italiani ed europei, non consentiremo che questo sogno venga riposto nel cassetto.
Anche il Sindaco di Isnello Mogavero ha avuto un sogno, e lo ha realizzato, con la creazione di un Centro di ricerca astronomica, a livello mondiale. Anche noi gli facciamo i complimenti, convinti che l’hinterland va sostenuto con tanti progetti, iniziative, colmando i gap nel settore delle infrastrutture, dei servizi, degli investimenti produttivi. Trascurare poi i trends demografici che stanno registrando un progressivo calo dei residenti ed un contestuale invecchiamento della popolazione, soprattutto nei centri urbani all’interno della Sicilia, dovrebbe far preoccupare tantissimo, invece che procedere ad un’applicazione tout court di coefficienti demografici elaborati in contesti avulsi dalla nostra realtà sociale, economica, demografica.
P.S. Leggiamo in note di agenzia che il Presidente Crocetta si è dissociato dal Provvedimento del suo Assessore alla Salute, anzi, ne ha fatto ricadere tutta la responsabilità sul Ministro Lorenzin. È un po’ triste constatare che dopo la recente, enfatizzata visita del nostro Presidente del Consiglio in Sicilia, con il lancio di un grande “Piano per il Sud”, il giorno dopo si torni a polemizzare.
Cefalù, 14 settembre 2016
Salvatore Ilardo
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