Liberazione del Centro Storico

Ritratto di Angelo Sciortino

17 Agosto 2016, 22:55 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Mi diverte tanto essere un bastian contrario, specialmente quando l'esserlo mi dà l'opportunità di sottolineare il ritardo di certe prese di posizione o il modo sterile con il quale se ne sostengono le ragioni, quasi sempre giuste. È proprio a causa della loro correttezza, che mi appare strano il ritardo e l'eccesso di biasimo, che ne condisce l'esposizione.

È quanto accade in questi giorni d'agosto a Cefalù. Dovunque nei social e nei media telematici, ivi compreso questo blog, da una settimana vengono pubblicate fotografie e commenti relativi a una sorta d'invasione di orde barbariche, che hanno defecato impunemente sulla spiaggia del Lungomare e negli androni di case private; di un traffico così caotico, da fermarsi per lungo tempo; di rumori e di musica a decibel molesti fino a tarda notte, sicuramente con grave nocumento della salute.

Tutto vero! A mia memoria – e purtroppo si tratta di memoria lunga, data la mia età – mai a Cefalù si era avuta qualcosa di simile. Dobbiamo però ammettere che negli ultimi anni abbiamo avuto molte avvisaglie di che cosa stava maturando nella mente degli Amministratori e di non pochi cittadini: il più assoluto disinteresse al rispetto delle normative tese a impedire l'inquinamento acustico e quello del traffico. Anzi, ci sono stati momenti in cui con le sfilate di auto storiche l'inquinamento nella versione acustica e in quella degli scarichi motoristici ha raggiunto la Cattedrale, con il beneplacito della stessa Amministrazione.

Quindi questa situazione non nasce di colpo nel Ferragosto 2016, ma deve considerarsi il risultato di anni di disinteresse.

Quest'anno, però, essa è stata più grave che in passato, perché ormai Cefalù è ridotta alla città insufficiente nei servizi, che oltre un cinquantennio di miopia politica e culturale hanno prodotto.

Si pensi che essa ha due ingressi, uno da Palermo e uno da Messina, che costringono chiunque vuole raggiungerla a percorrere due budelli insufficienti al traffico del '2000. E quand'anche si superano tali budelli, si giunge dove non vi sono parcheggi sufficienti o, se ve ne sono, raggiungerli impone una fatica omerica, che supera quella già sostenuta per giungere a Cefalù.

Aggiungasi che non vi è alcun rispetto per le ordinanze di divieto d'ingresso dei caravan – che anzi trovano parcheggio nei tanti sorti a Cefalù in questi giorni come funghi e con i permessi di rito.

Tutte cose che fanno diventare il tutto vero verissimo. Non sappiamo che cosa pensa l'Amministrazione di tutto ciò, né se ha soluzioni da proporre, perché in cinque giorni d'inferno dal Comune non è venuta alcuna voce. Non mi meraviglia il suo silenzio; anzi, provo una certa gratitudine, perché mi evita di ascoltare le chiacchiere, alle quali in circostanze simili sono stati abituati i cittadini.

D'altronde essa, a parte la povertà di qualsivoglia strategia, è priva anche degli strumenti necessari a rimediare. Non ha una Polizia Municipale sufficiente – appena tre o quattro effettivi – e neppure ha finanze sufficienti per provvedere a quelle infrastrutture, che potrebbero fissare parcheggi obbligatori agli ingressi, da servire con piccoli pullman più o meno gratuiti.

Anche tutto questo è vero, ma ancor più vero è il fatto che Cefalù non potrà sopravvivere a un'altra invasione barbarica come quella di quest'agosto. Qualcosa deve farsi!

Abbiamo davanti a noi otto mesi, cerchiamo di sfruttarli bene. Se lo farà questa Amministrazione, nonostante gli errori gravi di questi ultimi quattro anni, essa potrà presentarsi all'opinione pubblica con un risultato, che potrebbe far dimenticare il suo costoso annacamento del passato. Sarebbe, comunque, indicata in futuro come la storica Amministrazione, che ha risolto un annoso problema, rendendo Cefalù una città vivibile per i suoi cittadini e per i turisti.

Che cosa si potrebbe e, a mio parere, dovrebbe farsi? Azzardo una proposta: uno studio delle soluzioni più idonee e il relativo progetto di massima. Il secondo passo dovrebbe essere quello di un concorso serio, per affidare l'attuazione delle soluzioni a una impresa privata, alla quale affidare per alcuni anni la gestione dei parcheggi fuori città e i trasferimenti da questi al centro città, fino al completamento della somma che essa ha speso. In quel pestifero inglese di provincia esso si chiama project financing, ossia (per utilizzare l'espressione impiegata dal legislatore ignorante della lingua italiana) la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione.

Sarà capace questa Amministrazione a fare uscire dai suoi uffici tecnici un valido progetto? Il busillis, il punto difficile o la difficoltà, sta proprio qui.