L'occasione per Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

16 Agosto 2016, 15:19 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Anche a me è accaduto, andando alla ricerca delle responsabilità degli errori dei politici in un sistema democratico, quale dovrebbe essere il nostro, di addebitarle agli elettori, perché sceglievano male i loro rappresentanti.

Oggi, invece, dopo riflessioni, che cercherò di descrivere di seguito, sono giunto alla conclusione che forse gli elettori non sono così responsabili, come credevo e come molti critici credono.

Intanto, occorre stabilire chi sceglie i candidati, fra i quali gli elettori devono operare la loro seconda scelta trasparente. Rispondere è indispensabile, per trovare le responsabilità del cattivo funzionamento del nostro sistema politico. È quindi necessario esaminare che cosa accade prima della della scelta elettorale. Questo perché, se la scelta elettorale dovrà compiersi non tra uomini capaci d'essere leader, ma fra rettili offerti da un sistema partitico o movimentista, che non opera con trasparenza, pur essendosi inventate le “primarie” o il voto web per compiere tale scelta.

Che cosa fare, allora? Inventarsi un nuovo partito o un nuovo movimento? Credo che sarebbe inutile. Questo partito avrebbe difficoltà a far familiarizzare l'opinione pubblica con i suoi programmi o a rendersi credibile con i mezzi d'informazione. Per di più i partiti politici hanno predisposto regole elettorali favorevoli ai propri candidati.

Occorre, però, intervenire prima dell'offerta delle candidature. Sicuramente la cosa è difficile, quasi impossibile, nel caso di elezioni nazionali e persino regionali, ma è possibile nel caso di elezioni comunali. In questo caso gli elettori non dovranno subire un regime predatorio come quello che da oltre un quarantennio governa l'Italia ed esso non potrà alimentarsi dell'appoggio elettorale degli uomini rappresentano i suoi partiti come satrapi locali. L'elezione di uomini al di fuori di tali partiti, infatti, toglierebbe forza a questi partiti e renderebbe impossibile la gestione delle clientele.

Ammetto che inizialmente queste amministrazioni locali indipendenti subiranno una lotta spietata della politica regionale e nazionale, magari con il sistema del diniego dei finanziamenti per le infrastrutture necessarie e persino con l'imposizione di tassazioni più elevate, ma a fronte della resistenza delle loro rappresentanze finiranno con il cedere. La gente che ha eletto i sindaci, infatti, sarà pronta a seguirne le scelte nel momento delle elezioni e non voterà certamente per uno dei suoi tiranni. S'invertirà finalmente l'andazzo attuale, che vede i cittadini assediati dalla propaganda, impauriti e trattati con disprezzo dei loro diritti. Disprezzo tanto più cinico, quanto più viene dal loro diretto rappresentante, il sindaco.

Non c'è dubbio che tale inversione di tendenza salverebbe Cefalù e, se il suo esempio fosse seguito da altri Comuni, salverebbe anche l'Italia. S'immagini il ruolo storico di Cefalù!

I Cefalutani saranno capaci alle prossime elezioni di compiere scelte così pacifiche, ma nel contempo così rivoluzionarie? Dal loro seno sapranno proporsi uomini nuovi, degni di mettersi a capo di una simile rivoluzione? Confesso che non ho una risposta, ma non dubito che questa è una delle ultime occasioni che ha Cefalù per liberarsi dei lacci clientelari, che hanno reso precaria la vita dei suoi cittadini e incerto il futuro dei loro figli. Nel prossimo maggio 2017 potranno dimostrare di essere cittadini, titolari di diritti inalienabili, e non vili sudditi.