4 Agosto 2016, 10:33 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Dice l'albergatore Giuseppe Farinella: “Non sto suggerendo di snaturare Cefalù e renderla una discoteca a cielo aperto, ma semplicemente sono qui a proporre, sulla base di quanto osservato nell’ultimo mese, di (ri)organizzare il centro storico e la periferia come il nostro acquapark o S. Ambrogio, affinché possa offrire esattamente gli stessi servizi essenziali di qualsiasi altra città del mondo degna di essere non solo visitata, ma vissuta e quindi amata: negozi aperti, locali frequentati e vivaci, eventi.”.
Come dargli torto! Sembra, però, che Cefalù malauguratamente non voglia decidere se essere “Una città “night life” più aperta o la “città del silenzio”. In ogni caso, per decidere occorre cultura e rispetto delle tradizioni. Soprattutto di quelle tradizioni, che in passato fecero di Cefalù la meta di un turismo ante litteram; quello, per intenderci, di Mommsen e dei tanti, che amavano il suo mare e le sue montagne e che, se ne avevano la forza economica, si costruirono le loro belle ville, che nulla hanno a che vedere con i palazzi che ne sfregiano oggi il suo centro urbano.
Di quella Cefalù resta il suo Centro Storico, che però sempre più spesso subisce minacce per trasformarlo in una sorta di “albergo diffuso”, pieno di B&B più o meno decenti. Qualcuno potrebbe credere che il desiderio di Giuseppe Farinella sia quello di trasformare tale Centro Storico in una discoteca a cielo aperto per renderlo più “night life”, ma non è così. Non a caso vengono citate le vie Bordonaro e Vittorio Emanuele, che sono sì frequentatissime dai turisti, ma non hanno una sola discoteca.
Qual è, allora, il pregio di queste vie? Sicuramente la presenza di esercizi commerciali sempre aperti; esercizi commerciali, che vanno dai bar e ristoranti ai negozi di souvenir e che hanno come contorno squarci eccezionali di Cefalù: il Molo e la finestra di Porta Pescara, il Lavatoio medievale e il Bastione, la chiesa di San Giorgio e il Museo Mandralisca.
Il turista che vi passeggia può nutrire contemporaneamente il suo corpo e il suo spirito e può scegliere un ricordo di questa sua esperienza da portare con sé, dopo averlo acquistato.
Perché l'esempio di queste vie si trasmetta al resto del Centro Storico occorre che si formi finalmente una visione “filosofica”, come la definisce Farinella, sia da parte dell'Amministrazione e sia da parte dei cittadini.
Se ho interpretato bene il suo pensiero, egli vorrebbe che imparassimo a prendere coscienza della enorme ricchezza storico-artistica di Cefalù e ci stuzzica perché ne prendiamo consapevolezza, rendendocene degni. Magari traendone un vantaggio economico!
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