Scongiuriamo i pericoli del mosaico del Pantocratore

Ritratto di Angelo Sciortino

12 Luglio 2016, 21:56 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Nel 2012 la figura del Cristo Pantocratore, raffigurato nel mosaico della Cattedrale di Cefalù, viene dichiarato dalla Chiesa simbolo della Fede; nel 2015 l'UNESCO dichiara la Cattedrale di Cefalù, insieme a quelle di Monreale e di Palermo, Patrimonio dell'Umanità; nel 2016 tessere del mosaico per l'umidità o per altre cause cominciano a staccarsi dal mosaico, cadendo sul pavimento, sembra per fortuna raccolte e conservate.

Vediamo prima qual è l'etimologia del termine mosaico. Fra le tante ipotesi, considero la più veritiera quella che attribuisce al termine un'origine greca: μουσαικόν (musaikòn) “opera paziente degna delle Muse”, che a Roma diviene il latino musivum, cioè opera delle Muse. Questo significa che già fin dall'Antica Grecia il mosaico era una produzione artistica considerata di grande valore, non per nulla degna della mano stessa delle Muse, protettrici delle arti. E noi di questa produzione artistica di grande valore ne abbiamo un alto esempio nella nostra Cattedrale.

Il mosaico della nostra Cattedrale domina il catino absidale. Esso rappresenta il Cristo a mezzo busto nell'atto di benedire, mentre con la mano sinistra tiene aperto il Vangelo sul versetto 8,12 di Giovanni: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, nella duplice iscrizione greca e latina.

Sarebbe interessante seguire i secoli di storia della nostra Cattedrale e del suo Cristo Pantocratore, ma è difficile farlo in questa sede per il poco spazio a disposizione e per non annoiare il lettore, che sicuramente da buon cefalutano conosce la storia della sua Cattedrale. Mi soffermo, pertanto, su momenti più recenti, che possono ricollegarsi a quello recentissimo del distacco di alcune tessere del mosaico.

Nel 1996 infiltrazioni di acqua piovana avevano determinato deterioramento delle malte di adesione dei mosaici, in particolare nella parte più alta della parete del presbiterio, determinando il rigonfiamento e la successiva caduta caduta di tessere. Con un intervento di urgenza si sono velinate le parti pericolanti, sulle quali si è agito per il consolidamento nel corso dei lavori finanziati dalla comunità europea ( 1998/2001). Le opere eseguite sui mosaici hanno compreso, oltre alle fasi di studio, gli interventi di consolidamento sulle parti più instabili e la pulitura dei depositi incoerenti e delle deiezioni animali, che ricoprivano le superfici del mosaico, gli sporti e le cornici dell'apparato decorativo.

Essendo stata realizzata durante l'intervento di restauro la documentazione fotogrammetrica dei 650 mq di pareti e volte completamente ricoperte dai mosaici medievali, noi oggi abbiamo strumenti necessari per capire e decidere eventuali interventi. Il tipo di rilievo effettuato, infatti, ha consentito di portare a compimento la mappatura delle tipologie di degrado, con l'individuazione tra l'altro delle sostituzioni avvenute nel tempo, ma anche un approfondito studio storico-artistico dei cicli rappresentati. Questa documentazione scientificamente costituisce la base indispensabile per un futuro e complessivo intervento di restauro.

Allora l'allarme di questi giorni potrà servire a rimediare alla caduta delle tessere? Sì, a condizione che chi ne ha l'obbligo istituzionale si attivi per sollecitare i finanziamenti necessari, come fecero il vescovo e il sindaco nel 1998/2001. Entrambi quelli di oggi tacciono, come se rischiare di perdere questo mosaico non sia affar loro. Forse credono che i cefalutani in questi quattro anni si sono abituati a perdere tutto e a considerare ineluttabili altre perdite. Se lo pensano, sappiano che non credo proprio che essi siano disposti ad accettare anche questa perdita, perché nel Cristo Pantocratore, in Gesù Salvatore, essi hanno sempre riposto e ancora ripongono ogni loro speranza. Perderlo equivarrebbe per essi a perdere la luce della vita.