7 Luglio 2016, 17:34 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Domenica 7 luglio ho partecipato, insieme all’Assessore Consigliere Prof. Vincenzo Garbo, al programma “Oggi parliamo di ….”, che Armando Geraci conduce su Radio Cammarata e che grazie a Federico Cammarata tv si può riascoltare e rivedere al link (https://www.streamera.tv/movie/126762/desktop-2016-07-03-12-27-49/).
Domenica, abbiamo parlato della galleria di sfollamento dalla fermata sotterranea di Cefalù.
Il conduttore Geraci ha chiesto all’Assessore di ricostruire “il processo che ha portato alla relazione Cafiso”.
Per Garbo, è stata l’occasione “per fare chiarezza” su tale processo.
Come Egli ha ritenuto di precisare.
Un processo, che, a suo dire, il Sindaco Lapunzina ha perseguito “coerentemente con quanto aveva dichiarato anche perché il 26 luglio del 2005 il Consiglio approvò l’attuale galleria di sfollamento col voto contrario dell’allora Consigliere Lapunzina che aveva chiesto il rinvio della trattazione del punto per ascoltare i tecnici delle ferrovie”.
Con ciò lasciando intendere che la sicurezza degli edifici dello Spinito, ed, in particolare, di quelli del complesso Argi, sottopassati dalla galleria di sfollamento, per Lapunzina era stata “un cruccio” sin dal luglio del 2005.
Un cruccio, che, invece, non avevano avuto l’allora consigliere Di Paola e gli altri nove (dieci su quattordici presenti al momento del voto), che con lui approvarono quella galleria.
Il che è la negazione, assoluta, della verità sulla galleria di sfollamento dalla fermata sotterranea e sul “processo che ha portato alla relazione Cafiso”.
La verità storica.
Quella che è scritta nelle “DELIBERAZIONI ORIGINALI DEL CONSIGLIO COMUNALE” del 15 luglio del 2003 e del 26 luglio del 2005
e quella che raccontano gli accadimenti tra i primi mesi del 2013, quando la TOTO costruzioni ha depositato in Comune il “progetto esecutivo” del raddoppio (https://www.qualecefalu.it/node/18884 ), ed il 25 giugno del 2016, quando il Prof. Cafiso ha illustrato la sua relazione su quella galleria.
Sì, perché il 26 luglio del 2005, il Consiglio si limitò ad approvare la variante alla galleria di sfollamento, che il 17 luglio del 2003 aveva chiesto ad ITALFERR.
Una variante per rendere carrabile la galleria di sfollamento che, come io avevo fatto rilevare in aula, aveva lo sbocco in un “cul de sac” profondo una decina di metri rispetto al piano di campagna dell’uliveto a valle della via Cirincione.
Una variante ubicazionale.
Una variante al tracciato plano-altimetrico di quella galleria, che, prevista con l’imbocco a monte della via Antonello da Messina, era divenuta carrabile.
E su tale carrabilità il Consiglio espresse il suo voto.
Una carrabilità, che dagli elaborati grafici all’esame del Consiglio, emergeva, in modo talmente chiaro, da avermi fatto “affermare con assoluta certezza”, come Garbo ha tenuto a ricordare, “di esserne perfettamente edotto”.
Era quella assoluta certezza la ragione, per la quale io ed altri nove Consiglieri comunali non avevamo accettato la mozione di rinvio, che primo firmatario Lapunzina, quattro Consiglieri avevano presentato.
In quella sede, come in tutte le altre nelle quali il Consiglio, come previsto dall’art.7 della L.R., era stato chiamato a "fornire il proprio avviso sulla variante al PRG necessaria per realizzare l’opera", il Consiglio non disponeva di alcun elemento per esprimere giudizi sulla sicurezza degli edifici.
Tant’è che su tale aspetto nulla, assolutamente nulla, è stato detto dai Consiglieri.
Neanche da Lapunzina.
Contrariamente a quanto Garbo, col Suo "anche perchè" ha lasciato intendere.
Sì, perché, come si legge nella delibera, relativamente alla galleria di sfollamento, il vero cruccio di Lapunzina era quello di “conoscere dagli ingegneri della Italfer i veri motivi che li avevano indotti a modificare il progetto”.
Motivi, che altri non erano se non l’impossibilità di rendere carrabile la galleria di sfollamento ubicata dove era ubicata nel progetto del 2003.
Impossibilità dovuta al dislivello di circa 20 metri, che v’era tra la quota della piattaforma elevatrice e la quota più bassa della via Cirincione, alla quale avrebbe potuto essere localizzato il suo imbocco carrabile.
Impossibilità, che sarebbe rimasta tale anche se in quell’uliveto, frattanto, non fossero “state rilasciate concessioni edilizie e realizzate costruzioni”, come Lapunzina aveva, giustamente, evidenziato.
Sì, perché, se Lapunzina eletto sindaco nel 2012, si fosse portato dietro “il cruccio” della sicurezza degli edifici dello Spinito, ed, in particolare, di quelli del complesso ARGI, che Garbo ha lasciato intendere Egli avesse quando, nel 2005 aveva votato contro la galleria di sfollamento, non avrebbe, certamente, aspettato la fine del 2016 per incaricare un Professionista di fiducia, al fine di valutare i rischi per la staticità di questi edifici, che avrebbe potuto comportare il “progetto esecutivo”, che la TOTO aveva depositato al Comune nei primi mesi del 2013.
E dire che era stato, proprio, Lui, il Consigliere Lapunzina, a lamentare il fatto che, nel 2005, “gli elaborati tecnici della variante alla galleria di sfollamento erano rimasti inspiegabilmente chiusi nei cassetti dei competenti uffici comunali per circa due mesi”.
Come si legge al punto a) delle premesse alla mozione di rinvio, di cui Egli era stato il primo firmatario nella seduta del 26 luglio 2005.
Saro Di Paola, 7 luglio 2016
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