Siciliani in fuga sui barconi

Ritratto di Angelo Sciortino

5 Luglio 2016, 23:19 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Dice il procuratore generale d'Appello presso la Corte dei Conti Diana Calaciura Traina, nel giudizio sul rendiconto generale della Regione siciliana, che il debito della Regione siciliana a dicembre 2015 era pari a 5 miliardi e 575 mila euro, in aumento rispetto alla stesa data dell'anno precedente.

A tale dato bisogna aggiungere il massiccio ricorso a uno strumento contabile, come avevamo rilevato nella precedente requisitoria, e cioè le anticipazioni liquidità. Nel corso del 2015, la Regione siciliana ha stipulato, infatti, un ulteriore contratto con prestito per anticipazione di liquidità per un miliardo e 776 milioni di euro, destinati al pagamento dei debiti di enti sanitari”.

E aggiunge: “Non posso fare a meno di rilevare che, la già notevole anticipazione di liquidità richiesta e ottenuta nel 2014 (900 milioni di euro) si è incrementata del 99% passando appunto dai 900 milioni a un miliardo e 776 milioni di euro. Tale liquidità, pur non potendo essere considerata come un nuovo indebitamento, comporta, comunque, l'assunzione di obblighi di restituzione da parte della Regione”.

Due cose significano le parole del Procuratore Generale: che la nostra Regione sa soltanto indebitarsi, non tenendo conto che per pagare tali debiti occorreranno, con il PIL attuale, almeno trent'anni per pagarli; significa pure che fino al 2045 saranno quasi impossibili gli investimenti produttivi della Regione e sia degli stessi privati, che si vedrebbero decurtati i profitti da una eccessiva tassazione e una contemporanea diminuzione dei servizi indispensabili a un'economia sana.

Non per nulla così aggiunge il Procuratore: “Non è pertanto procrastinabile l'assunzione di iniziative volte a contenere i rischi dell'attuale esposizione debitoria collegata alle operazioni di finanza derivata”.

Quali iniziative? I precari, i forestali e le “partecipate” non si toccano; di diminuire gli stipendi e i vitalizi ai “deputatini” non se ne parla. Con spettacolare rapidità, però, si tolgono finanziamenti all'istruzione e alla sanità, che però già da anni sono state impoverite, per cui l'impoverirle ancora di più non aiuta certamente il bilancio regionale. Anzi, lo peggiorerà, perché i giovani impreparati per strutture inidonee saranno destinati a un avvenire di precari e perché i malati non saranno in grado di dare un contributo valido alle attività economiche.

Insomma, qualche demonio sta servendosi degli attuali politici per distruggere la Sicilia, riducendo i suoi cittadini all'accattonaggio o a salire essi stessi su barconi, per raggiungere paesi lontani come emigranti disperati.

Per fortuna io non vivrò tanto da assistere a questa ingloriosa fine della Sicilia; alla morte di ben venticinque secoli di storia, che neppure quattordici dominazioni erano riusciti a distruggere. Ci voleva l'Autonomia! Ci volevano questi figli degeneri di un ideale!