25 Marzo 2013, 14:39 - Rosalinda Brancato [suoi interventi e commenti] |
Ci ha lasciati stupiti la notizia ufficiale della probabile chiusura del museo Mandralisca, causa mancanza di fondi, addirittura il personale non è pagato dal luglio 2012.
Stupiti?! Forse la parola non corrisponde in pieno alle incertezze sulla salute dell'ente, che animavano i cittadini più avvertiti.
In noi di Archeoclub il sentimento prevalente è la tristezza per una chiusura paventata, che ora diventa possibile. una istituzione storica, voluta da un Barone mecenate, Enrico Piraino di Mandralisca, finalizzata nel suo testamento all'educazione dei giovani cefaludesi e alla rinascita culturale e civile di un paese, che di tanti altri beni si vanta e ne va fiero, ma forse solo a parole. Una istituzione, la più importante di questa infelice Cefalù, che avrebbe dovuto essere volano di formazione, di diffusione dei Beni Culturali, di rinascita culturale di rinascita civile, di memoria di un passato senza la quale non può esserci né presente, né futuro.
A che vale cercare le colpe e i colpevoli di ciò? Certo per primo, è questo bisogna chiarirlo lo stop dei finanziamenti regionali, provinciali e comunali. Ma solo questo?
Non ci sono anche insipienza, e incapacità poca progettualità da parte degli organi locali pubblici e privati?
Non vogliamo noi lanciare anatemi. Come Archeoclub siamo sempre stati vicini alla Fondazione e da essa abbiamo avuto ospitalità e collaborazione, in un rapporto lungo sedici anni, quando proprio nella sala della Biblioteca Mandralisca abbiamo fondato il nostro club.
Tristezza e rammarico dispiacere e paura se questa fonte di bellezza e di cultura dovesse veramente chiudere il suo portone di via Mandralisca. L'opinione pubblica si dovrebbe mobilitare, le istituzioni locali, la Chiesa, le categorie imprenditoriali e commerciali, i privati si dovrebbero mobilitare. Non si può fare morire il Museo, il Barone si rivolterebbe nella sua tomba nella chiesa di Santo Stefano.
Rosalinda Brancato Culotta
Presidente Archeoclub d'Italia sez. di Cefalù
Ora scrivo da cittadina.
Nel 2006 dopo la morte di mio marito, il prof. Pasquale Culotta, le mie figlie ed io abbiamo rinunciato ad una parcella di 13.000,00 euro, spettanteci in quanto eredi, per l'ultimo lavoro eseguito da Pasquale nella fabbrica museale, e precisamente il rifacimento di solai dei tre locali di primo piano, che rischiavano di crollare. Era un omaggio alla memoria di mio marito, un riconoscimento, al contrario, del tanto lavoro di progettazione, di riprogettazione e adeguamento durato anni, e proseguito da mia figli Tania dopo la morte del padre per il restauro e la rifunzionalizzazione dell'intero plesso Mandralisca. Lavoro perso, dimenticato, buttato al vento. Anche Pasquale Culotta e Bibi Leone si rivolteranno nelle loro tombe.
Rosalinda Brancato Culotta
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