La labirintite del sindaco

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Giugno 2016, 13:56 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

C'è un male, che fa credere a chi ne è affetto che il mondo gira attorno a sé: si chiama labirintite. Le recenti polemiche tra Amap e Sindaco fanno sospettare che forse quest'ultimo è affetto da questo male e che, invece di curarlo, cerca nelle Autorità Giudiziarie la conferma che le cose stiano come egli crede; che tutto ruoti attorno a sé.

Fatti del genere non sono nuovi nella storia. Un precedente l'abbiamo avuto nel secolo XVII, quando l'Autorità Giudiziaria, rappresentata dal cardinale Bellarmino, diede torto a Galilei. Il tempo e la scienza confermarono, però, che avevano torto i tolemaici, che avevano chiesto “giustizia” al Cardinale. Non so se in questa occasione il Sindaco troverà un Bellarmino, ma so per certo che il prossimo futuro gli darà torto.

Alcune considerazioni sono necessarie per dimostrarlo.

Compito di un sindaco è stato e sempre sarà quello di pensare al proprio comune e al suo bene. Di pensarci, fornendosi degli strumenti necessari per provvedervi da buon padre di famiglia e tutelando i cittadini per personale impegno morale, ma anche perché così stabiliscono le leggi, che ne fanno ufficiale del Governo per quel che riguarda la salute pubblica e l'igiene. Oltre alle leggi, anche la Legge Suprema, la Costituzione, glielo impone laddove tutela le Autonomie Locali.

Invece, che cosa fa il nostro Sindaco? Rinuncia alla gestione del servizio idrico, al controllo del depuratore, a dotarsi per tempo di un PUDM, di un moderno PRG e di tanti altri strumenti, che gli permetterebbero di amministrare, ascoltando la voce dei cittadini e non le imposizioni dei burocrati regionali. Così facendo, può restarsene braccia conserte, con la fascia tricolore o senza, a guardare inerte quel che accade nel suo paese, pronto a dare la colpa ad altri, se accade qualcosa di negativo.

È quel che è accaduto nelle ultime settimane, per finire alla questione dei lidi e a quella del servizio idrico.

La stanchezza di ripetermi ormai da quattro anni è divenuta quasi insopportabile. Più volte sono stato tentato di tirare i remi in barca e di andarmene da Cefalù, ma continuerò, finché dureranno le poche forze rimaste, per non apparire agli occhi della mia coscienza un vigliacco, che fugge.