10 Giugno 2016, 18:02 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
LETTERA APERTA ALLA SOPRINTENDENZA AI BB.CC.AA. DI PALERMO
DOVEROSA QUALCHE RIFLESSIONE SULLA POCA VIGILANZA DELLA SOPRINTENDENZA AI BB.CC.AA. SUL RADDOPPIO FERROVIARIO FIUMETORTO-CEFALU’-CASTELBUONO DELLA LINEA PALERMO MESSINA
Si fa riferimento alla Nota di cod. Soprintendenza (Prot. 1034/516.7 del 22 feb. 2016), pervenuta ben cinque anni dopo una nostra richiesta datata 8 marzo 2011, con la quale si chiedeva di visionare gli atti e il relativo parere della Soprintendenza, riguardante il Progetto esecutivo di raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono, della linea Palermo Messina. Richiesta registrata e formalizzata anche con il pagamento allora dei previsti tributi amministrativi.
Dopo ben cinque lunghi anni ci è stata trasmessa una breve Nota, in cui ci viene riferito che “gli atti e la documentazione inerente tali autorizzazioni si trasmettono attraverso i vari enti interessati e che comunque l’incidenza dell’impatto ambientale è già stata valutata dalle Autorità competenti”.
Come cittadini, non possiamo non riscontrare delle incongruenze in una nota così telegrafica e tardiva. Sul piano procedurale, quello di chiedere il pagamento di oneri e di aspettare un così lungo tempo, per fornire un riscontro in perfetto burocratese, che rinvia sic et simpliciter ad altre Istituzioni.
Come ambientalisti, invece, non possiamo accettare che, il territorio interessato da tale raddoppio ferroviario , sia stato notevolmente compromesso. A più riprese, infatti, avevamo segnalato alla Soprintendenza di Palermo come l’erezione di assurde ed antiestetiche barriere antirumore avesse spaccato letteralmente in due il territorio attraversato dalla ferrovia, sottraendo una splendida fascia costiera ad una sua piena fruibilità, in quanto resa pressoché inaccessibile, a seguito dei pochi sottopassi realizzati, a loro volta soggetti a facili allagamenti.
A tale riguardo, non si è tenuto minimamente in considerazione, né è stato fatto rispettare, quanto previsto dal Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale n. 724 del 28.11.2003, scaturito dall’apposita Conferenza di Servizio, che prevedeva che “la schermatura acustica dovrà essere realizzata in coerenza con le caratteristiche paesaggistiche dei luoghi, anche mediante la realizzazione di ulteriori elementi di mitigazione rispetto a quanto già previsto”. Numerose sono state le segnalazioni al riguardo alla Soprintendenza, anche con foto, senza che si sia mai manifestata una qualche pronuncia pubblica da parte di tale Istituzione.
Analogamente, abbiamo portato a conoscenza della Soprintendenza lo scempio che si è compiuto in contrada Fiume Carbone (territorio di Cefalù). In una splendida vallata, prospiciente il litorale di Sant’Ambrogio, ricoperta da uliveti che ne caratterizzano la peculiarità mediterranea, centinaia di alberi di ulivo sono stati abbattuti, recisi alla base.
L’unico torto quello di essere stati classificati, da personale tecnico dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura di Palermo, affetti da “fisiopatie, dall’essere in uno stato di abbandono, o parzialmente bruciate”. Sarebbe interessante conoscere di che fisiopatie si tratti, dal momento che la tanto preoccupante xilela è stata interamente debellata in Puglia.
Ora, più che gli accertamenti di presunti tecnici, sono alcune foto scattate prima che iniziasse tale scempio, a testimoniare, in modo incontrovertibile, quanto fosse lussureggiante la vallata di Fiume Carbone, ricoperta di alberi di ulivo che mostrano tutt’altri segni di fisiopatie. E poi, anche se vi fossero state alcune piante malate, non sarebbero certo potute essere affette da fisiopatie 799 piante, su 1088 piante esaminate, pari cioè al 73,4%. Tale altissima percentuale di alberi di ulivo abbattuti non può non suscitare non pochi dubbi che i predetti accertamenti dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura non siano stati compiuti in modo rigoroso ed attendibile. In ogni caso, sarebbe dovuta intervenire la Soprintendenza ad autorizzare abbattimenti e o espianti e a stabilire come ricostituire la riambientalizzazione della vallata di Fiume Carbone, sulla base dei poteri ad essa attribuiti dal D.L. n.42 del 2004. Appare alquanto curioso, infatti, che la Soprintendenza sia intervenuta a prescrivere in modo piuttosto dettagliato il piano di riambientalizzazione di un piccolo giardino di un’abitazione privata di Cefalù, in cui le piante in questione erano qualche decina, e decisamente meno pregiate dei predetti alberi di ulivo (Nota 6.10.2015 Prot. 6085/516.7).
A fronte di questi scempi del nostro territorio e del paesaggio, ad opera di un progetto ferroviario, la cui utilità è stata notevolmente ridimensionata negli ultimi anni, abbiamo provato a sensibilizzare non poche volte la Soprintendenza ai BB.CC.AA., alla quale il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004, e successiva riforma del 2008, attribuisce un ruolo istituzionale fondamentale per la salvaguardia del paesaggio, considerato dalla nostra Costituzione (art. 9) un bene culturale da proteggere e salvaguardare. La tutela del paesaggio, proprio per questo suo valore primario ed assoluto, rientra nella competenza esclusiva dello Stato, precedendo e limitando il governo del territorio attribuito agli enti locali. Pertanto, è previsto il parere vincolante e preventivo della Soprintendenza su qualsiasi intervento urbanistico o paesaggistico che incida sui territori vincolati, nonché l’obbligo per i Comuni di dotarsi di piani paesaggistici.
Non siamo riusciti in passato a sensibilizzare abbastanza la Soprintendenza, a far valere le sue competenze! Torniamo a farlo ancora oggi, sempre più convinti dell’importanza della salvaguardia del paesaggio, e delle leggi che ne sono a tutela.
A latere, vi è inoltre una forte preoccupazione, che la prosecuzione della realizzazione di tale Progetto ferroviario, con una prevista stazione sotterranea a Cefalù, in corrispondenza di un quartiere ad alta densità abitativa, quello dello Spinito, possa portare a gravi rischi di lesioni per le abitazioni, a condizioni difficili sul piano della vivibilià, della mobilità, dello sviluppo delle ordinarie attività economiche e sociali dell’intera popolazione. Preoccupazioni, timori che hanno convinto i residenti a mobilitarsi, affinchè si possa tornare al progetto iniziale, che prevedeva una fermata metropolitana in superficie, in contrada Ogliastrillo, a pochi chilometri dal centro urbano. Soluzione questa, con un indubbio minore impatto ambientale, e con tempi e costi di esecuzione decisamente più contenuti.
Anche in questo, la Soprintendenza è risultata assente dal dibattito, che si è sviluppato negli ultimi mesi in alcuni incontri pubblici e su dei blog locali. Ancor più che il centro urbano di Cefalù presenta peculiari caratteristiche urbanistiche e paesaggistiche caratterizzate da una morfologia del territorio collinare, con una rete viaria locale limitata, che renderebbero ardui interventi così invasivi e rischiosi, oltre che non facilmente sopportabili per tantissimi anni per gli abitanti, e per l’equilibrio socio economico ed ambientale dell’intero contesto locale.
Cefalù, 8 giugno 2016
per il Comitato Ferrovia a Impatto Minimo (Salvatore Ilardo)
per il Comitato Giovanile Cefalù (Chiara Brando)
per il Meet Up Cefalù (Giuseppe Provenza)
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Commenti
Giuseppe Aquia -
Caro presidente del comitato
Caro presidente del comitato "Ferrovia a Impatto Minimo" è, come minimo, sconcertante che lei faccia strumentalizzare una giusta battaglia, portata avanti, da tempo, da cittadini liberi, da uno pseudo Meetup il quale sta facendo diventare una giusta battaglia una lotta politica, e tutto questo non porta certo bene alla causa di tanti cittadini che si battono per questa situazione!!!!