20 Maggio 2016, 08:22 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Sulla destinazione d’uso della tratta ferroviaria che andrà dismessa quando saranno stati ultimati i lavori del raddoppio, due sono state le ipotesi, che, nel tempo, sono state avanzate.
L’ipotesi di una sorta di metropolitana in superficie, che, con mezzi ecologici, facesse la spola tra gli alberghi fuori le mura ed il centro urbano di Cefalù e quella di una pista ciclabile che consentisse ai turisti di raggiungere il tempio di Imera partendo, addirittura, da Finale di Pollina.
Almeno per la tratta ricadente in territorio di Cefalù, all’inizio degli anni 2000, l’ipotesi più accreditata, a livello accademico, divenne la pista ciclabile.
Nel 2001, fu Valeria Piazza, laureanda in Architettura, a disegnarla corrente all’interno di un parco urbano.
Un parco urbano lineare per “collegare i numerosi parchi che si sviluppano nelle incisioni vallive” come si legge nella “pronuncia di compatibilità ambientale” che, il 24 ottobre 2002, l’Amministrazione del tempo espresse sul progetto definitivo che il Consiglio aveva approvato nel 2001.
Un parco per “collegare in un’unica linea verde i parchi delle valli” trasformando, così, Cefalù “in una Città nuova, con una nuova fisionomia …… "LA CITTA' DEI PARCHI"”.
Quella Città, che la Vicari aveva “disegnato” nel programma elettorale, con il quale si presentò agli elettori per le amministrative del 2002.
“I parchi delle valli” altro non erano, e non sono, se non la vegetazione spontanea dei valloni Spinito e Pietrapollastra.
Ebbene, lungo la tratta ferroviaria che andrà dismessa in territorio di Cefalù, la pista ciclabile nel parco urbano resterà nella tesi di laurea di Valeria Piazza.
Non si potrà più realizzare.
Come non potrà più essere realizzata quella sorta di metropolitana in superficie per collegare gli alberghi di occidente al centro urbano.
Infatti, il progetto del lotto Fiumetorto-Ogliastrillo, oramai in fase di completamento, prevede, proprio ad Ogliastrillo, un eliporto, che interromperà la continuità della “tratta storica”.
Un eliporto con il centro della pista di atterraggio previsto, proprio, lungo l’asse del binario esistente.
Tale impossibilità non può che fare piacere a chi, come me, non ha, mai, tenuto in alcuna considerazione le ipotesi di pista ciclabile, di parco urbano lineare e di metropolitana di superficie.
A chi, come me, ha sostenuto, sempre, che, almeno nel tratto di strada ferrata dal passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, “alla Città serve ben altro”.
Io, però, non sono un urbanista.
Mai, avrei suggerito alla Vicari quella “nuova pianificazione territoriale dei parchi”, che un urbanista Le suggerì di inserire nel "PROGETTO DI GOVERNO PER CEFALU'", con il quale si presentò alle amministrative del 2002.
Io sono, soltanto, un realista, che, però, una Cefalù ideale se l’è, pure, immaginata.
Sì, una Cefalù "con una nuova fisionomia", idonea, però, a soddisfare le più reali esigenze dei suoi abitanti.
Lo ebbi a dire, il 15 luglio del 2003, quando, da consigliere comunale, per l’ultima volta espressi il mio voto sull’ultimo progetto definitivo del raddoppio ferroviario. (https://www.qualecefalu.it/node/18923#comments)
Saro Di Paola, 20 maggio 2016
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