10 Maggio 2016, 11:19 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Passato lo scirocco, che, il 21 marzo scorso, aveva divelto un altro dei pannelli tra quelli della fila più alta, che, nel tegumento della falda, lato Sud, della copertura del PalaTricoli, si sovrapponevano ai pannelli della fila più bassa,
ho scritto (https://www.qualecefalu.it/node/19006) che a preoccupare erano le criticità del sistema di copertura, che lo avevano determinato e non questo, ulteriore, danno.
Criticità, che la “lettura” del danno medesimo faceva individuare nelle modalità con le quali i pannelli della seconda fila erano stati sovrapposti a quelli della prima fila e nelle altre, con le quali ai pannelli della seconda fila era stata sovrapposta la fascia di lamiera che fungeva da colmo della copertura.
Modalità di sovrapposizione, che lasciavano incuneare il vento sotto i pannelli della seconda fila sino a svellerli, come era già accaduto il 30 gennaio 2014, quando il vento da Nord era spirato con raffiche di forte intensità ed il 30 gennaio 2015, quando a spirare con raffiche di forte intensità era stato il vento da Sud.
Il 21 marzo scorso, quando si è verificato l’ultimo danno, erano già in corso i lavori di “rifacimento della copertura”.
Il giorno successivo, dopo avere accertato la consistenza del danno, ho scritto (https://www.qualecefalu.it/node/19006) che, se con i lavori in corso non si fosse ovviato alle criticità del sistema di copertura costituite da quelle modalità di sovrapposizione, gli stessi lavori appaltati per un importo di 187.000 euro, si “sarebbero risolti in un altro flop”.
Oggi, a lavori pressoché ultimati, scrivo che, con quei lavori, sono stati buttati al vento 187.000 euro.
Ciò perché la rimozione dei pannelli della seconda fila e dei sottostanti arcarecci in legname che li fissavano alle travi in legno lamellare della struttura delle falde,
la loro sostituzione con arcarecci di sezione più grande,
e la sostituzione dei pannelli con altri uguali a quelli rimossi
non sono, affatto, servite ad ovviare alle criticità del sistema di copertura.
Al riguardo a dire tutto sono le immagini che seguono.
Sono immagini che evidenziano criticità, addirittura, più gravi di quelle che la copertura presentava prima dell’intervento.
Sono immagini più eloquenti di tutte le parole, che si potrebbero usare per dire che quei 187.000 euro sono serviti, soltanto, per dare una “mala arripizzata” a quella copertura che, difficilmente, assai difficilmente, resisterà a raffiche di vento della stessa intensità di quelle, che, già in tre occasioni, l’hanno pesantemente danneggiata.
Saro Di Paola, 10 maggio 2016
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Commenti
Angelo Sciortino -
Che cosa fa un laureato...
...per mettere a reddito il suo titolo di studio? Se è meritato, non cerca altre verifiche, se non quelle dell'esercizio della sua professione; se non è meritato, cercherà la certificazione di un concorso pubblico, andando a formare un altro anello della burocrazia e un ulteriore danno finanziario per i cittadini.