Per sopravvivere necessita un contributo regionale a regime di almeno 300.000 €

Ritratto di Fondazione Mandralisca

22 Marzo 2013, 12:44 - Fondazione Mand...   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

AUDIZIONE
PRESSO LA COMMISSIONE BILANCIO
DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
12 MARZO 2013

 

La Fondazione Mandralisca ONLUS, ente privato munito di personalità giuridica e quindi soggetto a norma di legge alla vigilanza della Regione Siciliana (che nomina due componenti del suo organo amministrativo), svolge fin dalla sua creazione, che può farsi risalire al 1890, una insostituibile funzione di promozione culturale a Cefalù, della quale beneficia tutto il comprensorio madonita (vedi allegato curriculum delle attività 2007-2012).
Ma il motivo per cui la Fondazione Mandralisca è famosa e ancora più insostituibile è che essa gestisce il Museo Mandralisca, che custodisce opere di inestimabile valore, note in tutto il mondo, quali il “Ritratto d’uomo o di Ignoto” di Antonello da Messina  (che ha ispirato il famoso romanzo “Il sorriso dell’ignoto marinaio” di Vincenzo Consolo) e il “Cratere del tagliatore di tonno”, originalissimo manufatto della Magna Grecia, inseriti nella suggestiva cornice della Casa Museo che fu l’abitazione del Barone Mandralisca di Cefalù, nella quale sono ospitate raccolte che spaziano dalla pittura all’archeologia, dall’antiquariato alla numismatica fino alla malacologia; all’interno del Museo è ricompresa anche una ricca biblioteca aperta al pubblico, oggi quasi interamente riportata su supporto informatico, che costituisce l’unica struttura di questo tipo esistente a Cefalù, comune tuttora sprovvisto di una biblioteca pubblica.
Il Museo costituisce un importantissimo attrattore turistico per Cefalù, città che di turismo vive, e per l’intera Sicilia, che ha nel turismo una delle sue maggiori risorse.

La Fondazione, secondo i disegni del suo fondatore, il Barone Enrico Piraino di Mandralisca, avrebbe dovuto reggersi con il ricavato dei fitti dei fondi rustici che lo stesso Barone le aveva assegnato col suo testamento, ma col tempo i ricavi di detti fondi si sono sempre più ridotti fino ad essere azzerati.
Essa quindi oggi dipende in misura determinante per la propria sopravvivenza dal contributo pubblico, e in particolare da quello erogato dalla Regione siciliana: quest’ultimo, originariamente previsto dalla legge 51/1995 (interventi a favore di istituzioni regionali di particolare valenza in campo culturale), è stato successivamente stanziato (impropriamente), a partire dal 2001 e fino al 2011, nell’ambito della Tabella H del bilancio regionale.
Senza tale apporto di risorse, cui si sono aggiunti sino ad alcuni anni fa contributi di minor importo e di ammontare variabile da parte della Provincia regionale di Palermo e del Comune di Cefalù (che deva ancora un saldo di € 32.500,00), la Fondazione non potrebbe colmare il deficit strutturale esistente tra entrate proprie e uscite per spese di mantenimento del Museo Mandralisca.
Con riferimento all’anno 2012 (dati relativi a competenza e residui), le entrate proprie sono ammontate a 111 mila euro circa, di cui 67 mila circa derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso al Museo e dalla commercializzazione di gadget.
Le uscite ordinarie per oneri di gestione del Museo e per attività culturali si sono contestualmente quantificate (dato della competenza) in circa 400 mila euro: a determinare tale ammontare hanno concorso in misura determinante spese per il personale (stipendi e oneri sociali) pari a 285 mila euro. I costi di personale sono peraltro non riducibili, essendo connessi alla necessità di assicurare una vigilanza costante – 24 ore su 24 – sul capolavoro di Antonello da Messina custodito nel Museo, e sulle pregevoli collezioni in carico allo stesso, tra le quali una raccolta numismatica che è stata già in passato oggetto di un tentativo di furto. Ciò impone la presenza di cinque custodi che si alternano nella vigilanza diurna e notturna e che rappresentano la componente più cospicua dell’organico, costituito per la parte restante da un segretario, da un addetto alla biglietteria e da un addetto tecnico.
Il disavanzo tra entrate proprie e spese di gestione, pari nel 2012 a 289 mila euro circa, costituisce quindi da diversi anni una costante nella vita della Fondazione ed è stato sin qui colmato in misura determinante dal contributo a carico del bilancio regionale, tanto più che ormai da diversi anni la Provincia di Palermo non ha più erogato alcun contributo e il Comune di Cefalù si trova in una situazione di grave difficoltà finanziaria che rende problematica l’erogazione di somme in favore della Fondazione.
Se il fragilissimo equilibrio economico-finanziario della Fondazione Mandralisca si regge esclusivamente sulla certezza e continuità di tale apporto di risorse, appare ben comprensibile la preoccupazione in merito al suo ventilato ridimensionamento o, peggio, alla sua abolizione.
Quella preoccupazione ha purtroppo trovato conferma, dato che l’ultimo contributo (ancora da riscuotere) è stato iscritto nel bilancio 2012 per 142 mila euro, con una sensibile diminuzione rispetto agli importi degli anni precedenti; già tale contributo era assolutamente insufficiente a coprire i costi  fissi di gestione.
Come risultato di quanto precede, la Fondazione Mandralisca risulta oggi debitrice, nei confronti del personale dipendente, degli stipendi maturati relativi al periodo luglio-dicembre 2012, pari ad oltre euro 116 mila, oltre a quelli sin qui maturati per il corrente anno 2013 pari, sin’ora, ad oltre euro 34 mila

A parte l’indebitamento nei confronti del personale, di cui si è fatto cenno sopra, la Fondazione culturale Mandralisca ha visto anche determinarsi nel 2012 un peggioramento della situazione debitoria relativa alle restanti poste di bilancio. Tale peggioramento è da ascrivere a svariate motivazioni, cui di seguito si fa cenno:

  1. La notevole riduzione nonché il mancato accredito, sino ad oggi, del contributo regionale 2012 ha imposto alla Fondazione, per poter far fronte ai propri doveri di conservazione del patrimonio (che, lo si rammenti, è un patrimonio di tutti), di corrispondere al personale alcune mensilità di stipendio a valere su fondi propri, che sono derivati dalla vendita di alcuni beni patrimoniali. I mezzi finanziari che se ne sono ricavati sono stati destinati alla realizzazione di lavori sul patrimonio esistente necessari e indifferibili: adeguamento impianto elettrico alla normativa vigente; adeguamento dei locali museali alla normativa antincendio; realizzazione di nuovo impianto antintrusione e TVCC), sala multifunzionale destinata ad ospitare mostre temporanee e piccoli convegni. L’anticipo di importi da tali fondi è stato fatto anche per effettuare il pagamento, entro i termini, dei dovuti contributi previdenziali (INPS-INAIL). Ciò ha comportato l’interruzione del programma di investimenti con il rinvio della parte non indifferibile e cioè quella relativa alla realizzazione della sala multifunzionale, ma ciò ha frustrato proprio il tentativo di incrementare le entrate della Fondazione derivanti dalle sue attività istituzionali e quindi di emanciparsi almeno parzialmente della dipendenza dai contributi pubblici.
  2. Come accennato più sopra, non si è potuto far conto sul contributo del Comune di Cefalù che, a fronte della ultima convenzione stipulata ad inizio 2011 con la Fondazione, deve ancora erogare €32.500,00 dei 45.000 previsti.
  3. L’avversa congiuntura economica ha determinato un calo dei visitatori del Museo Mandralisca e dei relativi incassi, scesi nel 2012 a  euro 67 mila circa, rispetto ai quasi 73 mila del 2011.

Da quanto sopra deriva che la Fondazione ha necessità, per sopravvivere, di un contributo regionale a regime di almeno 300.000 euro; ciò è in realtà già previsto dalla legge regionale n. 51/1995 che prevedeva un contributo di 300.000.000 di lire, che basterebbe trasformare in euro secondo quello che è stato il reale coefficiente per tutti i prezzi dei beni, mobili ed immobili.
Per l’anno 2013, poi, sarebbe addirittura necessario un contributo una tantum di almeno altri 150.000 euro, necessari a rimediare al deficit cagionato dalla riduzione del contributo 2012, deficit che altrimenti non riuscirebbe ad essere riassorbito.

In mancanza, la Fondazione non potrà che cessare la sua attività, con evidentissimo danno per l’intera comunità, privata del godimento del rilevante patrimonio culturale conservato e di un attrattore turistico di primaria importanza, e con un ancora più evidente e gravissimo danno di immagine per l’intera Sicilia, dato che la chiusura del Museo Mandralisca troverebbe sicuramente eco su tutti mass media del mondo.

I tagli alla spesa sono assolutamente necessari ma devono essere selettivi, devono colpire le spese improduttive e ingiustificate, ma non possono colpire a morte realtà vive e importanti, che per di più vogliono completare un percorso virtuoso di riduzione della dipendenza dalle erogazioni di denaro pubblico.
_______________________________________________________________________________________________________________________

Articoli correlati:

Chiude il Museo Mandralisca di Cefalù - 20 marzo 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/1913)

La chiusura della Fondazione Mandralisca è un'onta per l'intera Sicilia - 20 marzo 2013 (https://www.qualecefalu.it/node/1915)