16 Aprile 2016, 16:04 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
“La Soprintendenza di Palermo ha rilasciato i pareri di competenza per diversi lidi di Cefalù e per la posa di tavoli e sedie dei ristoranti del lungomare. Nelle prossime ore elenco dettagliato”. A poche ore da questo comunicato del Sindaco si è tenuta al Sea Palace Hotel una riunione su iniziativa della Confcommercio regionale, del Sindaco di Cefalù e dell'Associazione Operatori Balneari Cefalù, “per discutere delle PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA STAGIONE BALNEARE 2016 E IL FUTURO DELLE IMPRESE TURISTICHE DI CEFALÙ”.
Tralascio un resoconto di quel che è stato detto durante la riunione, riportato nel seguente comunicato di Federalberghi https://www.qualecefalu.it/node/19106, e mi dedico invece a quel che non si è detto e che, invece, doveva dirsi, se si voleva dare all'incontro il valore di una intelligente ricerca di una soluzione, che non tralasciasse gli strumenti legislativi esistenti per favorirla.
Due potrebbero essere le ragioni per cui nessuno ha fatto riferimento al Decreto Legislativo 42/2004, che basava la sua ragion d'essere sull'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 e sugli articoli 76, 87, 117 e 118 della Costituzione.
La prima ragione in qualche caso è l'ignoranza dell'esistenza di tale strumento legislativo; la seconda forse l'ottusità con la quale si guarda all'importanza di come deve tutelarsi il paesaggio, che è sì fonte di ricchezza economica per le attività turistiche, ma è soprattutto un patrimonio da rispettare, se lo si vuole sfruttare non distruggendolo.
Con il tempo si è scoperto che tale tutela non poteva essere affidata alle Sovrintendenze, divenute un veicolo di burocrazia discrezionale, troppo spesso ottusa e ignorante. Ne abbiamo avuto prove inconfutabili a Cefalù. Le abbiamo avute e ancora le abbiamo, come dimostrano le decisioni prese dalla Sovrintendenza sempre più spesso non a tutela del paesaggio e dei beni culturali, ma per esercitare una sorta di sadico e vieto burocratismo, più adatto a scoraggiare gli investimenti che a difendere il paesaggio.
Il Decreto 42/04 citato ha tentato di porre rimedio a tutto ciò. Al comma 1 dell'articolo 148 così recita, infatti: “Le regioni promuovono l'istituzione e disciplinano il funzionamento delle commissioni per il paesaggio di supporto ai soggetti ai quali sono delegate le competenze in materia di autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell'articolo 146, comma 6.” E al comma 3 così precisa: “Le commissioni esprimono pareri nel corso dei procedimenti autorizzatori previsti dagli articoli 146, comma 7, 147 e 159”
Se ne deduce, se la logica – anche quella giuridica – ha ancora un senso e nonostante l'articolo abbia subito discutibili (tuttora ne tratta la dottrina) modificazioni rispetto all'originario, che la Regione Sicilia, com'è avvenuto invece in Piemonte, in Liguria, in Lombardia eccetera, da ben dodici anni nulla ha fatto per “promuovere l'istituzione della commissione per il paesaggio presso gli enti locali”, presso, cioè, i comuni, che adesso sono costretti a subire il “sadico e vieto burocratismo” delle Sovrintendenze.
D'altra parte, nulla hanno fatto i sindaci dei comuni per sollecitare la Regione a rispettare la legge. Questa è stata certamente un'omissione ben più grave di quella del Governo regionale. Questo da ben dieci anni ha dimostrato la propria incapacità a governare la regione, che fu madre della Magna Grecia; quelli di non sapere amministrare come un buon padre di famiglia, ma soltanto preoccupandosi di amministrare le clientele di sostegno dei vari deputati regionali.
Nell'incontro di ieri al Sea Palace Hotel era presente anche il Sindaco di Cefalù. Quel Sindaco, che nel suo comunicato aveva assicurato che “la Soprintendenza di Palermo aveva rilasciato i pareri di competenza per diversi lidi di Cefalù”, che però non c'erano o, se c'erano, non erano positivi, tant'è che non vi ha fatto alcun riferimento.
Egli e gli altri intervenuti hanno brillato per il loro esercizio di agitazione e per l'assenza totale di ogni azione o soltanto di una proposta di azione.
A tutti, ma al Sindaco in particolare, chiedo perché mai nessuno fa le dovute pressioni sul Governo regionale, per chiedere che venga rispettato quanto previsto dal Decreto 42/04, promuovendo la creazione di una commissione locale per il paesaggio. Al solo Sindaco vorrei chiedere come crede di difendere il litorale di Cefalù senza un PUDM, liberandolo dalle pastoie burocratiche dell'Assessorato regionale?
Una domanda su tutte, però, mi è d'obbligo farla: perché non la smette di coprire l'assenza d'azione con l'agitazione e con le parole al vento?
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