29 Marzo 2016, 07:38 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Il “CODICE dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” di cui al D.Lgs. 163/06,
all’articolo 132, CAPO I, Titolo III, Parte II, si occupa delle “VARIANTI IN CORSO D’OPERA” e, nell’elencazione dei motivi che devono ricorrere affinché possano essere ammesse, recita testualmente (http://www.diritto.it/codici/articolo/4328024-codice-degli-appalti-varianti-in-corso-d-opera):
1. Le varianti in corso d'opera possono essere ammesse, sentito il progettista e il direttore dei lavori, esclusivamente qualora ricorra uno dei seguenti motivi:
a) per esigenze derivanti da sopravvenute disposizioni legislative e regolamentari;
b) per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal regolamento, o per l'intervenuta possibilità di utilizzare materiali, componenti e tecnologie non esistenti al momento della progettazione che possono determinare, senza aumento di costo, significativi miglioramenti nella qualità dell'opera o di sue parti e sempre che non alterino l'impostazione progettuale;
c) per la presenza di eventi inerenti alla natura e alla specificità' dei beni sui quali si interviene verificatisi in corso d'opera, o di rinvenimenti imprevisti o non prevedibili nella fase progettuale;
d) nei casi previsti dall'articolo 1664, comma 2, del codice civile;
e) per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione; in tal caso il responsabile del procedimento ne da' immediatamente comunicazione all'Osservatorio e al progettista.
e-bis) nei casi di bonifica e/o messa in sicurezza di siti contaminati ai sensi della Parte quarta, Titolo V, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Ebbene, se è vero, come è vero:
- che il PROGETTO approntato dalla TOTO è ESECUTIVO;
- che tale progetto, relativamente alla galleria di sfollamento attraverso la quale è previsto, anche, l’accesso carrabile dei mezzi di soccorso nelle due canne della fermata sotterranea, ha “manifestato errori ed omissioni”;
- che gli errori e le omissioni del progetto esecutivo pregiudicano la realizzazione, non di tutto il raddoppio, ma della fermata sotterranea nella misura, in cui pregiudicano la stabilità degli edifici, che saranno sottopassati dalla stessa galleria e dalle altre, che lo stesso progetto prevede vengano realizzate con i metodi tradizionali;
- che la morfologia superficiale e le condizioni complessive della vastissima porzione del centro urbano di Cefalù interessata dai lavori della fermata, sono tali da non rendere ipotizzabili, per la predetta galleria di servizio, ubicazione e dislocazione plano altimetriche diverse da quelle previste nel progetto esecutivo;
- che, senza tale galleria, la fermata sotterranea non ha i requisiti minimi per essere utilizzata;
è, altrettanto, vero che, relativamente alla fermata sotterranea, ricorrono i motivi per rendere ammissibile la variante al progetto appaltato dalla TOTO, come previsti dalla lettera e) dell’articolo 132 del Codice degli Appalti.
Ciò, a prescindere dalla utilizzabilità della stessa fermata sotterranea, nella quale il progetto esecutivo demanda la sicurezza dei viaggiatori, in caso di emergenza, a due scale di sicurezza, una con 23 rampe e l’altra con 16 rampe a salire.
Ciò, a prescindere dalle altre varianti in corso d’opera al progetto esecutivo, che cause impreviste e imprevedibili renderanno ammissibili, ai sensi della lettera b) dello stesso articolo 132 del Codice degli Appalti.
Insomma, se è vero che “il treno è partito” è, altrettanto, vero che lo si può “fermare”.
Con le LEGGI DELLA REPUBBLICA!
Ciò, a meno che, nel Paese delle incompiute, le Istituzioni Pubbliche vogliano, ancora una volta, perdere l’occasione per riscattarsi.
Tutte le Istituzioni del Bel Paese.
A tutti i livelli.
Quelle che sono preposte alla tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Quelle che sono preposte alla tutela dei cittadini e del loro patrimonio.
Quelle che sono preposte alla tutela delle risorse pubbliche, economiche e non.
Quelle che sono preposte a garantire e gestire servizi pubblici efficienti.
Con costi, ambientali ed economici, minimi.
Per gli utenti.
Per il Paese tutto.
Per il Comitato “Ferrovie ad Impatto Minimo”
Saro Di Paola, 29 marzo 2016
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