30 maggio 2012 - Vittorio Sgarbi in piazza Duomo

Ritratto di Pino Lo Presti

23 Giugno 2012, 00:01 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Dopo un invito ad un minuto di silenzio per i morti del recente terremoto, e a partecipare alla raccolta fondi, ha preso la parola il sig. Agueci, spiegando che questo intervento del prof. Sgarbi era atteso e dovuto al di là dei risultati elettorali.



Le sue qualità, ha spiegato Agueci, sono tali d’altra parte che possono essere utili a qualsiasi Amministrazione; la sua presenza oggi qui dimostra che il suo rapporto con Cefalù non è stato e non è un “mordi e fuggi” ma frutto di un profondo amore per la terra di Sicilia.
L’invito è a continuare “come sa far lui e da par suo” la “Rivoluzione” che ha iniziato qui, a Cefalù.



Il Prof. Vittorio Sgarbi
Non celebrazione di “una sconfitta”, nè ansia di dover polemizzare con nessuno ma il piacere di ritrovarsi in una bella città tuttavia certamente mal curata e però viva e da cui si sente amato (la “vittoria è nel cuore”).

Dopo un rapido pensiero alla sua terra così provata e alle responsabilità di chi aveva il dovere di agire le dovute misure di prevenzione, a fronte di un così grave disastro non può accettare che con serenità la volontà espressa dagli elettori di Cefalù.
Ringrazia tutti quelli che lo hanno votato e tutti quelli che “distrattamente hanno votato un altro”, sottolineando peraltro che alla sua persona è andato un numero di preferenze superiore a quello delle sue liste.

Ricorda comunque con rammarico la tensione creata da coloro che si erano in un primo momento presentati come suoi amici i quali, cedendo “ad un ricatto dello Stato” sulla questione della “candidabilità o meno”, hanno ripiegato su una persone diversa la quale però significativamente ha preso molte meno preferenze delle sue stesse liste.

“Non sono stato un candidato di disturbo ma un candidato disturbato, dalla Magistratura, dai naturali alleati e da quelli che mi consideravano una straniero”.
“Ciò ha dato agli elettori un quadro di un centro-sinistra ben riconoscibile e di un centro-destra sfigurato, diviso...”; l’esito elettorale era perciò facilmente prevedibile.

Risolto, intanto, in tutto questo, definitivamente la “grottesca” questione della “candidabilità”, annuncia ufficialmente che si candiderà alle prossime elezioni regionali per il “Partito della Rivoluzione”.

“Rimango un Patrono che guarda alla città di Cefalù, come ad altre città della Sicilia nella prospettiva delle elezioni regionali”.

Sottolinea come i tre consiglieri eletti nelle due liste abbiano scelto strade diverse: due hanno aderito alla Maggioranza (facendo una scelta di opportunità o, per altri, “di opportunismo”), l’altro di rimanere solo con la “fiaccola della Rivoluzione”.
Due strade che, al di là delle questioni personali, non necessariamente sono opposte “perchè il vincitore è una persona onesta ... che avrà bisogno anche di qualche cosa che viene da un’altra parte; e infatti ne ha preso coscienza e ha corrisposto, ai due consiglieri, un Assessore.

E’ un “tradimento” rispetto ad un contratto elettorale ma è un compimento rispetto ad un progetto in cui noi siamo contemporaneamente al Governo e alla Opposizione. Perchè non c’è differenza tra Governo ed Opposizione quando entrambi lavorano per il bene di Cefalù”.
“Vorrei provare a dire a questi tre di non immaginarsi nemici  ma di provare a condividere ...” il messaggio della “Rivoluzione” che è quello di un diverso modo, più responsabile, di partecipare alla vita amministrativa qualunque sia il ruolo che ci si trova a svolgere.

“Maggioranza ed Opposizione uniti nel nome e nella grandezza di Cefalù”.

Nessuno dunque deve sentirsi escluso dal necessario lavoro per il bene della città
“Come chi come me, pur avendo perso, non sente di essere lontano, estraneo a questa città con la quale ho condiviso tre mesi di passione civile”.

“Dunque mentre auguro al Sindaco Lapunzina di avere buona fortuna e di riuscire a muoversi nei disagi amministrativi e burocratici della Amministrazione, sò come una parte della sua visione della città coincida con la mia, come sò che una parte della visione di Miccichè e della Vicari coincide con la mia e la mia con la loro quando vogliono il bene di Cefalù e non quando vogliono dividere i cittadini in amici e nemici come in parte hanno tentato di fare”.

“Non sento nessuno nemico, voglio il bene di Cefalù - che è anche il mio - come cittadino naturale di questa città in nome della sua Rocca ... della sua Cattedrale, in nome della sua bellezza che è della Umanità, e non può essere divisa in due o tre blocchi politici; per cui c’è il Partito di Cefalù che è il partito dei cittadini che la vivono e di quelli che la amministrano per il suo bene e la sua felicità, che è anche il Partito mio”!