La migliore Amministrazione possibile

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Marzo 2016, 18:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Leibniz per primo parlò del “migliore dei mondi possibili”, ritenendo che tale fosse il mondo nel quale allora si viveva. In fondo, la definizione potrebbe valere anche ai giorni nostri, con un mondo che sta autodistruggendosi giorno per giorno, ma che non per questo cessa di essere “il migliore dei mondi possibili”, essendo diventato soltanto l'uomo il peggiore degli uomini possibili. Rispetto al secolo di Leibniz è cambiata soltanto la misura del tempo: ieri per secoli l'uomo godeva della certezza che il “suo” mondo non sarebbe cambiato tanto rapidamente, perché egli o non ne aveva le forze o non aveva coscienza della sua volontà di cambiarlo. Oggi, invece, ne ha le forze, grazie soprattutto alla tecnica, ma i cambiamenti avvengono casualmente e indipendentemente dalla sua consapevolezza; si tratta di cambiamenti negativi, dovuti non soltanto alla crescita esponenziale della popolazione, ma anche alla perdita del buon senso di ogni uomo rispetto a quello degli anni di Leibniz. Le due cose insieme, ma in percentuale maggiore la seconda, ci stanno facendo distruggere l'ambiente e, quindi, la nostra possibilità di sopravvivere.

Molti di noi, mutatis mutandis, vorrebbero poter dire che viviamo nella migliore Cefalù possibile, ma purtroppo non è così. La Cefalù migliore è ormai alle nostre spalle e ciò che di essa rimane viene distrutto ogni giorno. Non parlo soltanto del suo territorio, ma della sua storia e delle sue tradizioni; del buon senso e della bonomia della sua popolazione, che ormai non decide in forza della riflessione razionale, ma spinta dall'acritica adesione a posizioni ideologiche. È, quella di oggi, una popolazione smarrita, che si affida a chiunque le assicura a parole ciò che nei fatti non è in grado di mantenere. Si tratta di una popolazione, che sta preparando un futuro da incubo ai suoi figli, assicurando loro che invece sta facendo di tutto per garantirglielo migliore.

È questa la popolazione, che dovrebbe rappresentare l'opinione pubblica, che non lascia libertà incontrollata agli uomini di potere da essa eletti. Da qualche tempo, anzi, questa irrazionale opinione pubblica si serve dei politici eletti come capri espiatori, giustificando la sua impotenza a migliorare la società e la sua incapacità a comprenderne i meccanismi di funzionamento; dimenticando, soprattutto, che è stata essa a concedere il potere agli uomini che oggi critica. Auto assolvendosi, ma restando responsabile impunita dei suoi mali e di quelli del futuro.

Nulla di strano, quindi, che lo stesso facciano gli uomini politici, che passano il loro tempo accusando gli avversari del presente e del passato, come a voler dire a questa opinione pubblica: noi non siamo come loro e potete fidarvi. Dateci più potere e cambieremo in meglio ogni cosa.

Persino in un problema come il raddoppio ferroviario, che determinerà cambiamenti all'assetto urbanistico della Città, quando non pure pericoli, questa opinione pubblica non riesce a usare il buon senso, ma è pronta a litigare su questioni di lana caprina o su eccessive considerazioni di se stessa, dimenticando che il vero problema è quello di spingere i politici da essa eletti ad aiutarla a difendersi, com'è accaduto ieri sera in una riunione indetta per fare incontrare le diverse opinioni sulla questione del raddoppio ferroviario.

Senso di responsabilità e ragionevolezza avrebbero voluto che ieri sera uscissero dalla riunione precise indicazioni per i politici, locali e nazionali, perché essi potessero decidere e agire nell'interesse di Cefalù e del suo futuro. Invece... invece, a torto o ragione, si è urlato, dimentichi forse che chi alza la voce troppo spesso ha torto e comunque la colpa di fuorviare gli ascoltatori; invece si è giunti quasi al litigio e la riunione si è conclusa senza alcuna indicazione, sebbene il professor Liguori abbia dato informazioni e indicazioni precise. Peccato!

Da essa, e dalle altre osservazioni svolte prima, non si può che ricavare che questi non sono i cittadini, che una città con la storia di Cefalù merita. Sono soltanto i cittadini del migliore dei mondi possibili, nella interpretazione di Voltaire, che ne fece, però, una ironica ricostruzione. E da questi cittadini non può che aversi l'attuale Amministrazione, che è la migliore possibile!

Confesso che dispero e mi consolo per il fatto che la mia età mi eviterà di vivere la Cefalù che si sta costruendo!